"Papa Francesco ha aperto le sue braccia anche a noi carcerati, anche se non siamo cattolici" commenta un detenuto musulmano.
Il flash mob realizzato dai detenuti del carcere di Ferrara in onore di Papa Francesco e dell'integrazione, sta lanciando un forte messaggio sulla possibilità dell'integrazione: ne stanno parlando i mass media di ogni continente.
Il video che racconta il flash mob: https://youtu.be/QZ2C3r8e9zU
Cattolici, Musulmani, Ortodossi, Atei provenienti da tutto il mondo (Sud America, Africa, Europa, Asia), uniti in nome di un Papa che ha la grande capacità di aggregare, di dare la speranza che si possa convivere sotto lo stesso tetto, quello del mondo, nonostante le diversità culturali e di credo religioso.
LE VOCI DEI DETENUTI, LE LORO TESTIMONIANZE:
Detenuto marocchino: https://youtu.be/uwQ29Q4N9U0
Detenuto sudamericano: https://youtu.be/bjt8h0jvFms
Detenuto italiano: https://youtu.be/e_IEZmCZEVo
Detenuto inglese: https://youtu.be/F5ormgqdSsE
Questo è il piccolo miracolo che è avvenuto alla Casa Circondariale maschile Costantino Satta di Ferrara, che si è avvalsa del linguaggio universale di comunicazione che offrono la musica e il ballo e ha visto danzare insieme 70 detenuti, sulle note di "POPE IS POP" di Igor Nogarotto, un'inedita canzone funky scritta per un Papa pop, che l'autore (non credente) definisce una "preghiera laica multietnica".
Attraverso questa rappresentazione i detenuti hanno manifestato la loro voglia di riscatto, di potersi ricostruire una vita e hanno testimoniato che anche loro, grazie al lavoro trattamentale e pedagogico che la Casa Circondariale attua nei loro confronti (con studio, lavoro, attività socializzanti), una volta pagato il loro "debito", potranno rientrare nella società ed esserne parte attiva e sana.
L'evento si è svolto grazie alla collaborazione di professionisti romani, attraverso l'attenta regia di Tommaso Trombetta, autore di foto e video e grazie alla coreografia ideata per il balletto di "POPE IS POP" che è stata curata dalla coach e coreografa Roberta Micci.