“Una bellissima giornata per Torino, per la cultura italiana e anche per Casa Savoia”
Il Principe Emanuele Filiberto di Savoia ha preso parte il 20 novembre 2024 alla cerimonia per i duecento anni
del Museo Egizio di Torino, con l'inaugurazione dei nuovi spazi.
Per l'occasione, il Principe Emanuele Filiberto ha commentato: “Sono molto felice e onorato di essere presente
alle celebrazioni per il bicentenario del Museo Egizio, nato per iniziativa di Casa Savoia nel 1824. I Re di Sardegna, poi
Re d'Italia, amavano particolarmente questo luogo e non esitarono a investirvi risorse ed energie, finanziando spedizioni e
ricerche fin dalla prima metà dell'Ottocento, perché Torino potesse ospitare una delle più prestigiose e antiche collezioni di
reperti egizi al mondo. Mi complimento con la Presidente Evelina Christillin e con il Direttore Christian Greco per gli
straordinari risultati conseguiti. Credo che la visita del Presidente Mattarella restituisca tutta l'importanza che questo Museo
rappresenta oggi a livello internazionale per l' Italia. È una bellissima giornata per Torino, per le istituzioni culturali
italiane e anche per Casa Savoia, la cui storia è profondamente intrecciata a quella del Museo Egizio”.
Il legame e la passione che unisce la Real Casa di Savoia all'egittologia è molto antico. Già il Duca Carlo
Emanuele I, nel 1628, acquistò dai Gonzaga il primo manufatto della futura collezione: la Mensa isiaca,
poi rivelatosi un reperto di età romana.
Dopo la campagna militare napoleonica che diffuse l'interesse per l'arte egizia in tutta Europa, fu Re
Carlo Felice, nel 1823, ad acquistare una collezione di oltre 8.000 pezzi di antichità, per istituire a Torino
un museo che sarebbe stato il primo al mondo interamente dedicato alla civiltà nilotica: un primato
destinato a restare nei libri di storia.
Grazie all'intervento di Casa Savoia, questi rarissimi reperti non finirono in altri Paesi per abbellire dimore
e residenze private, ma riservati alla fruizione pubblica.
Un'impresa grandiosa, destinata a superare le più grandi difficoltà per l'epoca: si pensi che, per trasportare
a Torino la statua del faraone Seti II, alta più di 5 metri per cinque tonnellate di peso, furono messi a
disposizione una nave da guerra e due carri di artiglieria trainati da sedici cavalli.
Anche i successivi Re, da Carlo Alberto a Vittorio Emanuele III, coltivarono l'interesse per l'antico
Egitto, finanziando scavi e spedizioni, per arricchire ulteriormente il prestigio del museo.
La presenza del Principe Emanuele Filiberto riafferma oggi il grande legame e amore che, da sempre, unisce Casa Savoia
alla città di Torino e al suo bellissimo Museo Egizio.
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