La Breccia di Porta Pia (20 settembre 1870), fu un episodio del Risorgimento che portò Roma all’annessione al Regno d’Italia, decretando la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi.
Per favorire un accordo pacifico fu inviato il conte Gustavo Ponza di San Martino da Papa Pio IX, che però rifiutò inten-zionato a mostrare al mondo di essere stato costretto a cedere alla forza delle armi. Le truppe italiane (dopo aver aperto con l’artiglieria una breccia nelle mura, che in quel tempo cingevano Roma) entrarono nella città presso Porta Pia, accolte calorosamente dalla popolazione.
Il Papa finalmente convinto ad evitare stragi inutili, ordinò al generale papalino Kanzler di arrendersi al Generale Cadorna, comandante delle truppe italiane.
L’episodio fu criticato aspramente dal Papa che emanò l’enciclica “Respicientes” con cui condannò l’occupazione italiana (dichiarandosi prigioniero politico) e scomunicò il sovrano italiano e tutti quelli che contribuirono alla conquista di Roma.
Nulla poté comunque contro il plebiscito popolare del 2 ottobre 1870 che sancì l’annes-sione di Roma all’Italia. Il Senato italiano votò il 27 gennaio 1871 per il trasferimento della capitale d’Italia da Firenze a Roma.
Nel volume “Cavour e la sua eredità”, presentato da Pier Franco Quaglieni, che ne è autore con Girolamo Cotroneo, sono raccolti i discorsi in materia di rapporti tra Stato e Chiesa, pronunciati dal Conte di Cavour nel Parlamento subalpino e in quello italiano.
Nell‘Aula prima della Camera e poi del Senato, nel 1861, lo statista, attraverso la celebre formula «Libera Chiesa in libero Stato»,affermò l'idea della separazione tra il potere temporale e quello religioso a tutela di una autentica libertà religiosa e di una laicità liberale rispettosa di ogni fede.
Viene inoltre pubblicato il testo delle Leggi delle Guarentigie che nel 1871 (ad un anno dalla Breccia di Porta Pia e di Roma capitale) il Governo italiano, in uno spirito autenticamente cavouriano, varò a garanzia della più ampia libertà del Pontefice.
A complemento della documentazione gli autori inseriscono il discorso che Benedetto Croce tenne nel 1929 al Senato del Regno (e la risposta di Benito Mussolini) contro i Patti Lateranensi visti come la rottura dell’equilibrio laico raggiunto nel Risorgimento liberale.
PIER FRANCO QUAGLIENI
Docente, saggista di storia risorgimentale e contemporanea, pubblicista, è tra i fondatori nel 1968 a Torino del Centro studi “Pannunzio”.
Si è occupato costan-temente di storia del pensiero laico e liberale a partire dal saggio “Essere laici” (1986). Ha iniziato nel 1971 a scrivere di Mario Pannunzio di cui è il massimo studioso. Nel 1994 è stato insignito della Medaglia d’oro di benemerito della scuola e della cultura. Nel 2000 ha vinto il Premio “Cavour Italia”. Con Rubbettino ha pubblicato “Mario Pannunzio” (2010).
Conferenza di presentazione
con la partecipazione di
Pier Franco Quaglieni
Lunedì 4 Aprile 2011
SANTHIA’
Aula Magna – ore 9.00
CRESCENTINO
Aula Magna – ore 11.15