Il Piano Generale di Sviluppo per il mandato 2009-2014 in fase di definizione da parte della Presidenza della Provincia del Verbano Cusio Ossola riporta nel capitolo ‘Cooperazione Internazionale Decentrata' l'intenzione di istituire – in collaborazione con soggetti del territorio operanti nel campo degli aiuti umanitari – un Fondo per interventi in favore delle popolazioni di Paesi in ritardo di sviluppo. In questo senso si sta valutando come insieme al progetto partito quattro anni fa e volto all'espansione in diversi villaggi senegalesi di azioni di agricoltura sostenibile (Keur Daba) si possano finanziare iniziative di assistenza sanitaria nelle comunità più lontane dai grossi centri abitati e dunque dagli ospedali.
Con questo obiettivo la scorsa settimana una delegazione composta dal consigliere provinciale, e medico cannobiese, Dottor Antonio Lillo, il collega Corrado Cattrini, già primario di pediatria dell'Asl del VCO e presidente dell'associazione per la cooperazione internazionale Mais Plus e il dottor Ugo Lana, odontoiatria ossolano già Presidente dei Lions Verbano Borromeo, (questi ultimi a spese proprie) ha visitato diverse zone del Senegal, Paese africano da cui provengono molti immigrati residenti nella nostra Provincia.
“Con questo viaggio abbiamo compreso come nelle aree periferiche, le più povere ed estese, si organizza una minima assistenza sanitaria. I villaggi – spiega il Dottor Lillo – contano soltanto un punto di primissimo aiuto, una ‘Casa della Salute', il cui referente è un infermiere generico. Per poter avvalersi di uno professionale e magari di un'ostetrica bisogna arrivare a un ‘posto medicale', cui fanno riferimento 15-20 mila persone. I ‘Centri di Sanità' sono le prime strutture dove si può reperire un medico, che può occuparsi dell'assistenza ostetrica ma non di quella ginecologica. Non è in grado infatti d'intervenire chirurgicamente, neppure in situazioni di emergenza. Per tutto questo è necessario rivolgersi agli ospedali che esistono solo nelle città più grandi. Nel distretto di Louga, uno di quelli che abbiamo visitato, il ‘terzo anello' ovvero il Centro di Salute serve un bacino di oltre 300 mila persone”.
In Senegal ogni 100 mila parti si contano 400 decessi tra madri e neonati. “Da qui – continua il Dottor Antonio Lillo – abbiamo riflettuto come un valido aiuto potrebbe essere quello di ‘adottare' un Centro di Sanità, per riorganizzarlo e dove formare professionalmente degli infermieri che possano poi entrare in servizio nei punti di prima assistenza dei diversi villaggi”.
“Riteniamo che la Cooperazione decentrata sia un modo molto efficace – spiega il Presidente Nobili – per intervenire in favore di popolazioni e luoghi nel mondo dove sottosviluppo e arretratezza producono fame e malattia, alimentando forti flussi migratori che rappresentano uno dei principali problemi di ordine sociale di questo inizio millennio. Sarebbe davvero un grande risultato se questa nostra Provincia, in collaborazione con altri soggetti locali che operano nel campo della solidarietà, potesse dare questo aiuto a diversi piccoli centri del Senegal”.
Ufficio Stampa Provincia VCO
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