Dopo quattro anni e mezzo di divieto, da ieri, 1° agosto, nelle acque del Verbano Cusio Ossola del Lago d’Orta i pescatori ‘dilettanti’ (la pesca professionale nel Cusio non è ammessa) possono tornare a esercitare la loro passione sportiva a bordo di barca, con canna e tirlindana (e altri attrezzi di pesca a traino).
“Gli uffici del mio assessorato hanno valutato la possibilità di revocare il divieto di pesca da natante. Questo per non perdere del tutto la memoria di attrezzi e modalità di pesca caratteristici dei nostri luoghi. Se ben regolamentate, incidono sulla diffusione di buone pratiche ittiche e non pregiudicano gli equilibri della nostra fauna acquatica. I nostri nonni le impiegavano, stando ben attenti a non impoverire ciò che era e rimane una risorsa comune. Va detto inoltre che la pesca con canna e attrezzi da traino dalla barca è consentita sul Lago Maggiore, in osservanza della Convenzione italo-svizzera sulla pesca, e questo creava difformità all’interno dello stesso territorio provinciale, con un certo disorientamento da parte dei pescatori” spiega l’Assessore Provinciale alla Tutela Faunistica Alberto Preioni. “Abbiamo dunque acquisito il parere favorevole del Comitato Provinciale Consultivo per la Pesca e conseguentemente la Giunta ha deliberato il consenso a ripristinare sul Lago d’Orta la possibilità di pescare, ai titolari di licenza di tipo B, dalla barca con la canna o lenze a traino. Tutte questo – conclude l’Assessore Provinciale – viene disciplinato nel dettaglio, con limiti nel numero di esche secondo la specie ittica e con proibizioni di utilizzo nei periodi di riproduzione stabilite dal calendario piscatorio”.
“Esprimo soddisfazione per il ripristino della possibilità di pescare dalla barca sulle acque del Cusio perché in questo modo siamo riusciti a rispondere positivamente alle aspettative di molti che mi avevano direttamente sollecitato in questo senso” fa sapere il Presidente della Provincia Massimo Nobili. Alla revoca di questo divieto, se ne affianca una seconda, attesa dai pescatori sportivi della Provincia: quella che riguarda l’utilizzo di ‘pesciolini’ da esca. “In tutte le acque piemontesi prevalentemente ‘salmonidi’, quindi soprattutto popolate da trote, sempre dal 2007, vige il divieto di utilizzare ‘pesciolini’ vivi o morti. Un divieto motivato da timori per la preservazione della biodiversità dei nostri laghi e torrenti, messa a rischio dall’utilizzo di esche di specie tropicali. Ponendo l’obbligo di utilizzare solo ‘esche’ autoctone, siamo convinti – afferma Preioni – che questo pericolo si annulli”. “Riteniamo la pesca sportiva – conclude Preioni – abbia un richiamo turistico importante per il nostro territorio e l’Amministrazione Provinciale, contestualmente alla tutela faunistica e ambientale, ha il dovere di tenerne conto. Dopo l’istituzione della riserva lungo il torrente San Bernardino a Verbania, con una zona no kill (dove il pesce agganciato con ami senza ardiglioni viene lasciato immediatamente dopo la cattura), stiamo definendo l’apertura alla pesca turistica del Lago di Antrona. Tutto dovrebbe essere pronto per settembre”.