Costerà non meno di 22 milioni di euro (tanto é il mutuo che la regione Piemonte dovrà stipulare per il finanziamento) il Referendum sulla caccia che si terrà il 3 giugno 2012 in tutti i comuni della Regione. Uno spreco di denaro pubblico inaccettabile, soprattutto se si tiene conto che nelle settimane precedenti già si svolgono in molti comuni della Regione le elezioni amministrative alle quali la consultazione si sarebbe potuta abbinare. Si è scelta la data del 3 giugno per far fallire il referendum: scelta non nuova, del resto, anche se miseramente fallita nel 2011 quando si votò su acqua e leggi ad personam di berlusconiana memoria.In questo caso la predisposizione dei seggi coinciderà con un giorno particolare, il 2 giugno: penso si sia voluto, in questa maniera, dare un colpo anche alla Festa che richiama l’Unità nazionale. Mai si era giunti a tanto: il 2 giugno é una festa che appartiene a tutti gli Italiani e nessuno ha il diritto di andarla ad oscurare con manovre da basso impero. La questione più importante resta comunque quella dello spreco di denaro pubblico. In giorni nei quali, a gran voce, si chiede ai partiti politici di fare un passo indietro dopo gli scandali che ultimamente hanno coinvolto Margherita e Lega Nord, rinunciando ai 100 miliardi d’elargizioni previste per luglio per i rimborsi elettorali (che poi rimborsi proprio non sono, ma un mascherato finanziamento già abrogato da un altro referendum) viene da chiedersi in quale mondo viva il presidente della giunta regionale Cota quale rispetto porti per i cittadini, per le difficoltà economiche che stanno vivendo, per gli obblighi fiscali ai quali (gli onesti) soggiacciono. Si poteva modificare la legge regionale sulla caccia, si poteva far propria la legislazione italiana il che avrebbe annullato il referendum, si poteva accorpare la consultazione alle amministrative del 6 maggio o almeno ai ballottaggi del 20 maggio: le strade erano tante! Si è preferito individuare una nuova data, tanto per sprecare un po’ di soldi. Non sono d’accordo e, già come feci a settembre davanti al palazzo della Regione quando nessun assessore né il presidente ebbero il coraggio di uscire e venire in mezzo ad una folla di amministratori pubblici e di disabili, grido “Vergogna!”.
Lo faccio col cuore gonfio, pensando ai soldi che mancano per il sociale, ai centri per disabili privi di finanziamento, ai lavoratori delle cooperative a stipendio ridotto e penso ai seggi vuoti il 3 giugno, ai soldi buttati via ed a quello che sarebbero serviti se si fosse rispettato un po’ di più la gente, i suoi bisogni e le sue aspirazioni e ripeto il mio appello. Si fermino almeno i versamenti di luglio ai partiti e li si destini al welfare, a quella disabilità grave i cui stanziamenti sono stati azzerati nel maggio 2010 e dei quali nessuno se n’è più occupato… mentre in Piemonte alcuni erano intenti a studiare una data per far fallire un referendum e per gettare fuori dalla finestra almeno 22 milioni di euro.
Lo ripeto: ”Vergognatevi!”.
Beppe Tassone