Sei grandi tele per raccontare come nasce il segno: le opere di Ottavio Coffano sono visibili da qualche giorno nella piazza interna del “Cardinal Massaia” e resteranno esposte per un lungo periodo, fino al 21 marzo.
Un'operazione che vuole unire l'arte e la creatività dell'artista astigiano all'architettura dell'ospedale, con la piazza interna che, nel tempo, da non-luogo si è trasformata in spazio urbano.
Le tele, raccolte sotto al titolo di “Genesi del segno”, hanno grandi dimensioni: 5 misurano poco meno di 4 metri per 2,60; una sesta esattamente la metà. Su un fondo di colore terra, il segno si manifesta in altre tinte per lasciare immaginare un sentiero che si perde nel bosco, scuri grovigli che riconducono a corde ed autostrade, anche un omaggio a Shakespeare di cui Coffano è appassionato cultore e poi, stando al titolo altamente evocativo, “luci di un giorno adolescente”.
“Siamo grati a Coffano – indica Luigi Robino – per aver mantenuto fede all'impegno di realizzare la mostra, portando per la prima volta quadri di grandi dimensioni nei nostri spazi”. La notizia dell'iniziativa venne annunciata, un anno fa, durante il collegamento di Ambiente Italia, in onda su Rai Tre, dal “Cardinal Massaia”. Coffano è stato di parola: “Per poter dipingere questi quadri serviva uno spazio adatto: per mesi ho utilizzato un capannone preso in affitto a Torino”, racconta.
Le opere in questo mese di dicembre diventeranno anche insolite scenografie per i molti eventi che si susseguiranno fino a fine anno. Poi, nel primo giorno di primavera, cerimonia di chiusura della mostra con interventi di esperti e critici d'arte.
Nella foto: Ottavio Coffano con una delle opere di “Genesi del segno” in ospedale
Asti, 14 dicembre 2009
(240 - l. n.)
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