“Solo grazie a una maggior penetrazione elettrica nei principali settori di consumo, in particolare nei trasporti e nel residenziale, sarà possibile per l'Italia raggiungere il target europeo di riduzione delle emissioni di CO2 fra l'80 e il 95% al 2050”. Lo ha evidenziato Agostino Re Rebaudengo, vice presidente di Elettricità Futura, intervenendo a Ecomondo alla Tavola Rotonda “Le proposte degli Stati Generali sulla Strategia Energetica Nazionale e il Piano Clima Energia”. “Con Elettricità Futura - ha spiegato - abbiamo svolto un intenso lavoro sulla bozza di Strategia Energetica Nazionale (SEN) che ha portato alla stesura di un documento che sintetizza efficacemente le diverse anime dell'associazione: nella nostra visione della transizione energetica il vettore elettrico è il driver fondamentale di decarbonizzazione”.
Sono quattro i principali obbiettivi di Elettricità Futura da qui al 2030. Innanzitutto far crescere la quota dell'energia elettrica sui consumi finali dall'attuale 21% al 25%; in secondo luogo, fissare al 48% (rispetto all'attuale 43) la riduzione delle emissioni di CO2; a fronte di un consumo finale lordo di energia al 2030 stimato a 340 TWh, l'associazione ritiene possibile una riduzione dei consumi dell'ordine del 40%, a fronte del 30% indicato dall'UE; il contributo della fonti rinnovabili, infine, dovrà raggiungere almeno il 50% del consumo finale lordo di energia.
“Per raggiungere gli obbiettivi di decarbonizzazione – ha proseguito Re Rebaudengo - è necessario mettere in campo misure per favorire in modo organico uno sviluppo delle rinnovabili da qui al 2030”. Il primo punto da affrontare è “l'emanazione dell'atteso decreto per gli incentivi alle rinnovabili per il periodo 2017-20, iniziando anche a introdurre alcune delle questioni che caratterizzeranno la successiva fase di sviluppo di lungo periodo (2020-30)”.
E' poi necessario “definire un programma di aste per garantire l'assegnazione della nuova capacità di generazione elettrica da rinnovabili necessaria per raggiungere il target al 2030”, oltre a “una decisa opera di semplificazione normativa che faciliti la costruzione e messa in esercizio degli impianti, a partire da tempi più brevi per il rilascio dei permessi ambientali. Per quanto riguarda la generazione distribuita “è importante procedere con una revisione dell'attuale normativa in tema, inadeguata rispetto alle potenzialità del settore, e con un rafforzamento della rete elettrica di distribuzione, allo scopo di renderla più smart”. Altro fronte dove è necessaria un'accelerazione normativa è il biometano: “Di fatto, il contributo del biometano sarà decisivo per raggiungere quota 10% di rinnovabili nei trasporti nel 2020; nonostante ciò, il quadro di riferimento per l'avvio del settore è, a oltre otto anni dall'emanazione della direttiva europea, ancora incompleto. L'intero comparto si augura che possa essere finalmente definito entro la fine dell'anno”.