A metà dicembre sarà nelle librerie “La Curva dei persici” , il nuovo libro di Marco Travaglini.
Trentuno capitoli , tanti quanti i giorni della maggior parte dei mesi, per raccontare le storie di un gruppo di amici e di un luogo molto speciale, sul lago d’Orta: la “Curva dei persici”, appunto. Un luogo immaginario, sospeso nel tempo, dove la vita scorre tra grandi e piccoli avvenimenti .Il lago di cui si racconta, quel Cusio che si distende da Gozzano a Omegna, battuto dal vento fresco delle Alpi, si offre come uno sfondo attivo, capace d’interagire con i personaggi, riflettendone gli stati d’animo.
Questi amici e le loro avventure, frutto gli uni e le altre della fantasia di Travaglini, assistono al cambiamento di colore delle acque o al transito dei battelli, al nascere e al morire di una stagione, alle piogge invernali e al comparire della neve sui monti, alle giornate di vento che non mancano mai.
Amano, soffrono, si sostengono gli uni con gli altri. Rivivono, nelle storie, le osterie fumose e il set del film “La banca di Monate” che venne girato a Omegna, l’immaginario di vecchie trasmissioni televisive in bianco e nero come il Musichiere e Lascia o raddoppia?, pescatori di anguille e arcigni guardapesca, operai in pensione e vecchi professori che amano citare Gianni Rodari.
Sono una piccola folla, i personaggi che vivono tra le pagine de La Curva dei persici; una folla discreta, che sa divertirsi e far festa senza per questo essere chiassosa.
“ Il titolo del libro mi è stato suggerito dal quadro che compare in copertina che, per l'appunto, s'intitola "La curva dei Persici" ed è stato dipinto da un medico omegnese che si diletta - con successo - con i pennelli: il dott. Mauro Rossi”, confida Travaglini.
La prefazione è stata curata da Mercedes Bresso, l’ex presidente della Regione che nutre un profondo amore per il lago d’Orta e una grande amicizia con l’autore.
“Marco Travaglini ci consegna una struggente storia di lago. Del suo lago, Orta o Cusio, e della sua gente, quella che i turisti, sempre più numerosi, iniziano a conoscere perché evitano con cura i luoghi e soprattutto i tempi delle invasioni barbariche. Una realtà romanzata che ci insegna ad amare questo mondo a cavallo fra il passato e il futuro. Cosi' questi uomini di lago raccontati da Travaglini – scrive Mercedes Bresso -, che a una prima lettura potrebbero apparire come esponenti di un mondo arcaico, fuori dal tempo, un "piccolo mondo antico" immerso nella tradizione, sono invece anche personaggi moderni, di un oggi che non ha ancora delineato il proprio domani”.