La legalità si costruisce anche in classe e passa dall’educazione, dal rispetto delle regole e dagli esempi positivi. È questa la lezione che ha concluso, questa mattina a Villa Taranto, il progetto sulla cultura della legalità avviato l’anno scorso all’interno di TeCu con lo spettacolo teatrale del magistrato Giuseppe Ayala e con la conferenza al palasport tenuta insieme al collega Calogero Piscitiello e al parlamentare Manlio Contento. Da quegli appuntamenti il lavoro è proseguito con un gruppo ristretto di studenti degli ultimi due anni delle superiori che, dopo una serie di lezioni in classe con i rappresentanti delle forze dell’ordine e i dirigenti dell’amministrazione penitenziaria, nelle scorse settimane sono entrati nella casa circondariale di Pallanza. La sintesi di questa esperienza è stata raccontata dagli stessi studenti negli elaborati prodotti in classi e letti ieri in prefettura. Testi che raccontano degli effetti della privazione della libertà, della conoscenza dell’aspetto “umano” del carcere. Il colloquio con i detenuti, la visita ai laboratori, la conoscenza con il personale e con le rigide procedure di controllo hanno permesso agli studenti di comprendere che chi è in carcere non sconta semplicemente una pena ma viene posto di fronte a un percorso di recupero. Se la visita al carcere è stato l’elemento di maggior impatto emotivo, non meno importante è stato l’approccio a questa inedita lezione sulla legalità, come ha sottolineato il tenente colonnello Adriano Vernole, comandante provinciale dei carabinieri e “insegnante” in questo progetto. Lui, insieme al questore Vincenzo D’Agnano e al direttore della casa circondariale Antonino Raineri hanno portato le proprie esperienze nella gestione della sicurezza e della giustizia, rispondendo poi alle domande poste loro dai ragazzi. A fare gli onori di casa è stato il prefetto del Vco Giorgio Zanzi, che ha parlato del Vco come di una terra in cui la legalità è una cultura e del ruolo propositivo e di esempio che devono avere le famiglie, i rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Il prefetto ha parlato anche di una controcultura al relativismo e all’individualismo indispensabile per far crescere la legalità. Rappresentante dell’Amministrazione di Verbania, promotrice del progetto, l’assessore alla Cultura Lidia Carazzoni ha letto un messaggio del sindaco e s’è soffermata sull’iniziativa, elogiandone i risultati e garantendo la disponibilità a far sì che anche nel prossimo anno scolastico si possa proseguire su questa strada.