qui di seguito la risposta del Presidente Nobili alle accuse di incompatibilità e inopportunità nel rivestire le cariche di componente del cda del COQ e di presidente di Eurofidi sollevate dal PD.
“Spiace davvero assistere a un impoverimento del dibattito politico – soprattutto in un momento cruciale per il territorio e la comunità come l’attuale – quale quello indotto dal Partito Democratico, che dimentica troppo spesso ciò che può risultargli scomodo. Va perciò rammentato come sia stato nominato nel consiglio di amministrazione del Centro Ortopedico di Quadrante di Omegna – su indicazione della Regione – dalla stessa ASL del VCO, che del COQ è azionista di maggioranza. A questo proposito avevo risposto già in consiglio provinciale al Consigliere PD Francesco Pesce dando pubblica lettura della lettera che l’allora Commissario ASL Dottor Corrado Cattrini mi aveva fatto pervenire e con la quale si chiariva come non vi fosse da parte mia nessuna incompatibilità a sedermi in quel cda. Per questo incarico, così come quello di presidente di Eurofidi ho avanzato richiesta di autorizzazione alla direzione dell’azienda sanitaria che mi ha dato parere positivo, poiché sono un dipendente in aspettativa senza assegno, quindi – contraddicendo quello che va affermando il PD – con la possibilità di sommare – senza precisi limiti – altre retribuzioni. Rispetto dunque appieno il regolamento che l’ASL VCO applica ai suoi dipendenti e mi meraviglia molto che il PD non sappia cogliere la differenza tra la mia posizione - da funzionario – e quella della dottoressa Mellano, dirigente dell’azienda sanitaria, che ha scelto di essere sindaco di Omegna e medico a tempo pieno, senza optare per l’aspettativa e dunque incompatibile al suo ingresso nel cda del COQ. Mi stupisco altresì che il Dottor Pesce, assessore nella Giunta omegnese, abbia votato a favore dell’indicazione del suo Sindaco a componente del cda della struttura sanitaria pur sapendo – memore della mia risposta alla sua interpellanza in consiglio provinciale – di cosa ammetta e cosa non conceda il regolamento dell’azienda sanitaria locale. Amareggia inoltre constatare il livello a cui il Partito Democratico riesce a far scendere il confronto politico: andando a ricercare eventuali passi falsi nel campo avversario – anche quando la smentita è facilmente riscontrabile – e tralasciando di guardare in casa propria, dove non mancano e non sono mancate in passato situazioni che lasciano sì perplessi. Un esempio – ma non è il solo – quello del capogruppo regionale PD Aldo Reschigna, nella scorsa legislatura – quella della Presidente Bresso – consigliere regionale e dirigente SAIA, società partecipata da Finpiemonte al 30%. Un doppio incarico a cui corrispondeva un doppio stipendio”.