Ripetute bocciature, frequenza discontinua, cambi di classe o scuola, fino all’estrema decisione da parte di ragazzi e ragazze, appena adolescenti, di gettare la spugna e rifiutare qualsiasi opportunità di formazione, anche professionale: è il fenomeno della dispersione scolastica che in Italia persiste con percentuali superiori alla media europea, attestata al 14,4%. Nel nostro Paese le stime parlano di oltre 800 mila giovani (di cui il 60% maschi) con esperienza di abbandono scolastico precoce: il 19,7% della popolazione tra i 18 e i 24 anni. Una percentuale distante dall’obiettivo del 10% di tasso di abbandono scolastico stabilito nella Strategia Europa 2020. In Piemonte la percentuale di abbandoni nel 2008 era del 18,4%, comunque in miglioramento rispetto al 22,2% del 2004. ”Consapevoli del fenomeno e delle ripercussioni di questi in termini sociali, le istituzioni impegnate nel suo contenimento e superamento hanno sottoscritto un protocollo d’intesa. Si tratta – spiega il Presidente Massimo Nobili – di un progetto pilota sperimentale a livello regionale e della durata di tre anni che vede Provincia, Carabinieri, istituzioni scolastiche, servizi sociali lavorare in rete per coordinare le risposte che, a vario titolo e con competenze diverse, vanno messe in campo”. “La situazione nella nostra Provincia non è così preoccupante come in altre zone e la collaborazione instaurata in questi anni tra Servizio Orientamento Minori e Giovani del Centro per l’impiego della Provincia e il Comando provinciale dei Carabinieri ha consentito di intervenire sul fenomeno anche con un approccio preventivo. La dispersione è un problema complesso che non segnala soltanto una difficoltà scolastica del minore, ma un suo disagio più vasto che riguarda spesso anche l’ambiente sociale e familiare in cui vive. L’insuccesso può innestare una serie di conseguenze negative sul presente e futuro dei ragazzi, che si ritrovano con un bagaglio di competenze, strumenti, capacità spesso inadeguati a fronteggiare un mercato del lavoro sempre più difficile e la complessità della vita, soprattutto in contesti socio economici di marginalità” evidenzia Nobili. “Nel triennio 2009/2012 il Comando Provinciale in collaborazione con il Servizio Orientamento Minori e Giovani ha monitorato una media annuale di 15 situazioni di elusione dell’obbligo di istruzione, segnalate da Istituti Scolastici e Agenzie formative del territorio. Ad oggi – afferma il Comandante Provinciale Ten. Col. Luca Politi – si può rilevare una tendenza da parte di ragazzi e ragazze, tra i 14 e i 16 anni, a reinserirsi nel percorso scolastico/formativo grazie a elementi come la presenza significativa della famiglia e progetti specifici laddove le situazioni prevedono l’intervento dei Servizi Sociali. Il lavoro di questi anni ha consentito ai nuclei familiari di acquisire una maggiore consapevolezza rispetto agli obblighi di frequenza della scuola, da parte dei minori per almeno dieci anni e fino ai 16 anni di età e sul valore del conseguimento di un titolo di studio”. “Analizzando i dati relativi all’anno scolastico 2010/11 si riscontra che 20 situazioni su 29 hanno tratto beneficio dal lavoro di rete, che coinvolge i diversi servizi provinciali. Nello specifico si registrano 12 rientri scolastico-formativi e 8 percorsi di orientamento al lavoro; i restanti 9 casi non hanno accettato il supporto dei servizi oppure stranieri sono tornati nei paesi di origine. Per l’anno scolastico in corso prosegue il monitoraggio di circa 20 ragazzi/e in dispersione scolastica in collaborazione con Istituti Scolastici, Agenzie Formative, Servizi Sociali e famiglie” fa sapere il Ten. Col. Politi. Sono varie le cause dietro la dispersione e l’abbandono scolastico: l’idea che la scuola non serva, sia una perdita di tempo rispetto a un’esigenza forte e impellente di lavorare e guadagnare dei soldi utili a sé e anche talvolta alla famiglia; lo scarso interesse verso le materie scolastiche e difficoltà nel rendimento, l’impatto negativo e frustrante dei fallimenti; la ribellione verso l’autorità, le regole rappresentate dai professori e dall’organizzazione scolastica; l’influenza in negativo dei propri “pari”, dentro e fuori la scuola. “Il protocollo siglato nel Verbano Cusio Ossola tra Provincia, Carabinieri, istituzioni scolastiche e servizi sociali – sottolinea il Dottor Luca De Gennaro, responsabile del Servizio Orientamento della Provincia – si propone di intervenire sulla complessità delle motivazioni della dispersione scolastica, contenendo l’abbandono che ne rappresenta l’esito più drammatico, anche con azioni individualizzate, le più efficaci nel re-indirizzare verso un percorso scolastico minori, soprattutto quelli vivono situazioni di rischio e marginalità.