A seguito delle notizie di stampa che raccontano dell’intenzione della Regione Piemonte di ridurre il numero delle ASL ad una per provincia (così sopprimendo l’ASL CN2) e di accorpare la gestione degli ospedali in un certo numero di ASO, sganciate da ogni rapporto con le ASL, i sindaci di Alba, Maurizio Marello, e di Bra, Bruna Sibille, hanno così commentato:
“Nessuna autorità regionale ci ha mai consultato su questo progetto, pur sapendo che in più occasioni – assieme ai sindaci degli altri comuni dell’ASL CN2 – abbiamo dichiarato la nostra assoluta contrarietà.
Perché cancellare un’ASL che si è sempre distinta per le ottime prestazioni di efficienza gestionale, con livelli di spesa pro capite significativamente inferiori alla media regionale e con un rapporto tra volumi di attività e costi che è dei migliori? Perché non tener conto del fatto che in un territorio caratterizzato da una forte dispersione degli abitanti spezzare l’esistente forte integrazione tra una moderna struttura di ricovero e le attività sanitarie territoriali è da tutti ritenuto un assoluto non-senso?
I Comuni di Alba e di Bra hanno condotto una lunga battaglia al fine di superare i loro due ospedali per costruirne uno nuovo, quello in via di realizzazione sulla collina di Verduno. Tutti ci hanno detto che in questo modo abbiamo dato un esempio da imitare. Cittadini ed aziende si sono mobilitati – offrendo fino ad ora quasi 8 milioni di euro – per contribuire ad assicurare l’arredo delle stanze del nuovo ospedale, riscoprendo l’antico gusto del mecenatismo civile. Tutti ci hanno detto anche qui che siamo da ammirare. A che servono tutte queste belle parole se adesso dovessimo rinunciare ad avere voce in capitolo su ciò che abbiamo voluto e stiamo facendo con le nostre forze? Per di più senza che nessuna autorità regionale abbia mai sentito il bisogno di raccogliere e prendere in qualche considerazione la nostra opinione. Ci chiediamo se sia questa la traduzione concreta delle tante blaterazioni su sussidiarietà e federalismo.
Sappiamo di rappresentare la volontà di tutti gli enti locali di Langa e Roero chiedendo con forza di mantenere un modello organizzativo nel settore sanitario che ha dato eccellenti risultati, che è proiettato nel futuro e che verrebbe meno scorporando l’ospedale dal territorio e istituendo una unica ASL per una provincia che non a torto, per la sua complessità e diversità, viene definita ‘la granda’”.