Cristina Castrillo si dedica professionalmente al teatro da oltre tre decenni, dalla fondazione negli anni ’70 in Argentina del Libre Teatro Libre, una delle più note compagnie latino-americane, fino alla nascita, nel 1980 in Svizzera, del Teatro delle Radici; da allora ad oggi Castrillo ha creato e diretto ventidue spettacoli. In questo lavoro, l’anormalità e il disagio sono visti attraverso gli occhi di due figure che da quella emarginazione provano a disegnare il contorno di una nuova sopravvivenza. La diversità che perlustra in questa esclusione dal mondo. Essere giovani o adulti e porsi delle domande, non avere delle risposte, cercarle. “Facciamo track perché siamo solo la replica di noi stessi, perché siamo solo sangue arrabbiato ma non abbiamo né le palle né la lealtà di difendere un’idea, un moto, un’illusione o la diversità del mutamento. Facciamo track perché abbiamo permesso al nostro cuore di distrarsi. Dobbiamo fare track perché non siamo altro che il simulacro di un sogno...e saperlo fa male”. La multiforme esperienza di Castrillo, come attrice, pedagoga, collaboratrice di riviste teatrali e regista, le ha permesso di collaudare, prima su sé stessa e poi con numerosi attori, gli aspetti fondamentali del suo approccio al teatro. Dedicandosi esclusivamente alla ricerca degli elementi che sono alla base della formazione dell’attore, ha propiziato la creazione di spettacoli di gruppo oppure individuali, valorizzando il ruolo dell’attore a centro primordiale del fatto creativo. Castrillo ha approfondito l’attività pedagogica, oltre che tenendo workshops in molte parti del mondo, fondando nel 1990 a Lugano la Scuola Laboratorio; tra i titoli dei suoi allestimenti, si ricorda Sul cuore della terra, Canto di pietra, Le ombre del silenzio, Sguardo di cenere, Il ventre della balena, Polvere di rugiada; Track è del 2009.
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