
Nel corso del convegno promosso sabato 19 maggio dall’”Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato”, il Sindaco di Alba, Maurizio Marello, è intervenuto con queste parole: «All’indomani della pubblicazione delle valutazioni tecniche sulla candidatura fatte dall’Icomos, la commissione tecnica Unesco, questo incontro credo possa essere quanto mai utile come momento di riflessione e di confronto su ciò che è accaduto e su ciò che dovrà accadere. Ho letto in maniera analitica numerose pagine della commissione tecnica e al termine della lettura dico che, da un lato, sono stato contento che la commissione suggerisca il rinvio, perché altrimenti la candidatura verrebbe bocciata; dall’altro, con spirito assolutamente costruttivo, come sindaco di una città che è nel cuore di questa candidatura e che su di essa conta molto, ho letto con preoccupazione le motivazioni che hanno portato a questo rinvio che non mi sembrano legate a semplici dettagli. Ne cito una che è stata oggetto del dibattito: il problema dell’aggressione al territorio da parte di fattori impattanti, come ad esempio moderne case e moderni capannoni. Problema che c’è ma che in qualche misura è risolvibile. Invece mi pare che Icomos vada più in profondità e in qualche misura metta in discussione le travi portanti del progetto. Dice due cose: l’unicità, tra i ceppi autoctoni presi in considerazione tra i vari paesaggi vitivinicoli, può soltanto essere quella del Nebbiolo. Sotto questo profilo bisogna limitare e rivedere le “core-zone” perché gli altri paesaggi non presentano queste caratteristiche di unicità. Poi Icomos fa un altro ragionamento importante: voi avete un paesaggio d’indubbia rilevanza, ma occorre documentarne meglio l’universalità e l’unicità. Icomos infine conclude dando una serie di prescrizioni come la revisione dei siti. Insomma pone delle tematiche che obbligano coloro che hanno elaborato il progetto ad una profonda revisione dello stesso. Non è una bocciatura perché sono date delle indicazioni che bisogna cogliere, che anche il territorio deve cogliere. All’inizio il territorio ha fatto fatica a capire il valore della candidatura Unesco. Avevamo sindaci che erano preoccupati di avere il territorio oggetto di candidatura. Poi, quando si è capito, tutti correvano per avere inserito il loro territorio. Oggi Icomos ci dice bisogna tagliare e bisogna concentrarsi su determinate zone. Quindi, con spirito assolutamente costruttivo invito la Regione, la Provincia, l’“Associazione per il patrimonio” che ha un ruolo importante da questo punto di vista, a fare tesoro di questi passaggi e a cercare insieme, coinvolgendo noi amministratori locali più di quanto sia stato fatto finora. Noi siamo disponibili a fare la nostra parte affinché da questo rinvio riprenda con vigore un cammino e, sulle indicazioni date dalla commissione tecnica, si arrivi a un risultato positivo. Non cadiamo nell’errore di considerare questo passaggio come una bocciatura, né in quello di cercare di annacquare queste valutazioni perché magari non ci fanno troppo piacere. Nella vita i problemi ci sono e bisogna affrontarli. Sulle candidature seriali i rinvii sono una cosa consueta. Dobbiamo prendere sul serio i messaggi che ci sono pervenuti e ripartire da questi straordinari paesaggi che credo abbiano tutti i requisiti per diventare patrimonio dell’Umanità».