Si è svolto martedì 26 giugno con una amplissima partecipazione l’incontro, promosso dal Tribunale e dalla Procura della Repubblica di Alba, per discutere della ridefinizione territoriale delle sedi giudiziarie italiane quale prefigurato nelle bozze di un provvedimento governativo che porterebbe, in provincia di Cuneo, alla soppressione di tre tribunali su 4, compreso quello di Alba. Oltre a magistrati, avvocati, personale degli uffici, erano presenti il sindaco di Bra, Bruna Sibille, i sindaci di Carmagnola, Silvia Testa, e di Poirino, Sergio Tamagnone – i quali hanno espresso il desiderio di continuare a far parte della circoscrizione del Tribunale di Alba – e numerosi altri sindaci in rappresentanza dei 79 comuni della circoscrizione. Con loro anche molti imprenditori rappresentanti le 27 mila aziende presenti sul territorio e gli esponenti delle associazioni di categoria. L’assemblea è stata introdotta dal Procuratore Capo Domenico Manzione, che ha poi ceduto la parola al Presidente del Tribunale Paolo Rampini. Sono intervenuti anche il sindaco di Alba Maurizio Marello, da tempo in prima fila nella battaglia per la difesa del Tribunale della città, il vice presidente della Provincia Giuseppe Rossetto, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Alba Gian Carlo Bongioanni, i consiglieri regionali Federico Gregorio e Giovanni Negro. Unanime è stata la sottolineatura sulla necessità di non sopprimere un ufficio giudiziario che presenta indici di funzionalità molto soddisfacenti ed a cui fa riferimento un bacino geograficamente molto vasto, popolato da oltre 237 mila abitanti. Dai dati presentati, il Tribunale di Alba si configura come l’ufficio giudiziario più importante della provincia, con numeri maggiori persino rispetto a due capoluoghi di provincia, Asti e Cuneo. Tra le ipotesi di cui si è discusso, pur senza escludere altre soluzioni, vi è quella di un Tribunale riunito Alba – Mondovì, che soddisferebbe i requisiti previsti dal provvedimento governativo quanto ad estensione territoriale, a quantità di popolazione servita, a consistenza della pianta organica dei magistrati, a carichi di lavoro. In questo Tribunale riunito, tutto da costruire, Alba dovrebbe avere un ruolo importante. Tale ipotesi configurerebbe, in una provincia particolarmente estesa e dalle comunicazioni difficili come quella di Cuneo, due poli giudiziari di consimile rilevanza, con grande vantaggio per il cittadino che continuerebbe a sentire la giustizia come un servizio “di prossimità”, vicino alle sue esigenze. Effetto che scomparirebbe del tutto con la soppressione di Tribunali come quello albese.