Le proteste che si levano contro il ddl Aprea e contro diversi provvedimenti che toccano la Scuola, presi recentemente dal governo, ci impongono di prendere posizione in merito.
Vanno rifiutate le posizioni di chi si scaglia contro ogni cambiamento, temendo di vedere minati i propri interessi consolidati. Alcune delle decisioni prese, almeno sulla carta, possiedono dei risvolti positivi, come nel caso dell'agenda digitale che, introdotta con il decreto sviluppo, dovrebbe abbattere una serie di costi inutili nella Pubblica Amministrazione e aumentare l'efficienza dei servizi scolastici. Anche il concorso pubblico per nuove assunzioni a tempo indeterminato di docenti, da un punto di vista di principio, è condivisibile perchè reintroduce un criterio meritocratico in un campo che ne era privo da troppo tempo. Non si può invece accettare l'introduzione di norme che minano il carattere pubblico della Scuola, in quanto il ddl Aprea prevede l'introduzione di statuti autonomi per le singole scuole e la possibilità di ricevere finanziamenti da privati, il che renderebbe soggette le scuole ad interessi che esulano da quello pubblico. La tendenza a favorire una concezione privata della Scuola si registra anche negli sforzi che sono stati fatti per mantenere i 223 milioni di euro di finanziamenti pubblici alle scuole private. Di contro ad essa noi ribadiamo e confermiamo l'idea che la Scuola debba rimanere pubblica.
Progetto Scuola Torino
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