A seguito della conferenza stampa con cui la campagna Vuoti A Rendere ha presentato l'avvio dell'iter di discussione consiliare della delibera di iniziativa popolare “Nuove tutele per il diritto alla casa - censimento e restituzione alla città di alloggi in stato di non uso”, tra il 9 e il 12 novembre sono apparse sui giornali prese di posizione di diverse associazioni della proprietà immobiliare (APE, UPPI, CONFAPPI, ASPPI, APPC, CONFABITARE e FEDERCASA). In queste reazioni la campagna viene presentata, con toni allarmistici, come un'iniziativa di propaganda. Perciò, le/i promotrici/tori, ritengono necessario ribadire alcuni punti.
1. Vuoti A Rendere non fa “propaganda”: con la delibera di iniziativa popolare si pongono al dibattito pubblico torinese e al consiglio comunale proposte serie e concrete, ispirate ai migliori standard europei delle politiche abitative in materia di vuoti edilizi.
2. Prima di tutto è chiesto un censimento degli alloggi sfitti, per fare chiarezza sul numero di alloggi pubblici e privati in stato di abbandono a Torino da almeno due anni. Lo scopo della mappatura è proprio avere un quadro più definito della situazione: quante unità abitative sono vuote da più di due anni? Di chi sono? Perché sono vuote? Una richiesta, questa, avversata dalle associazioni della proprietà immobiliare, quando è evidente che un approfondimento di questo tipo è indispensabile per qualsiasi seria politica abitativa.
3. Le proposte delle/i promotrici/tori non intendono accusare ingiustamente i proprietari. Vogliono, invece, accendere i riflettori sulle troppe case che risultano in stato di “ingiustificato abbandono” da almeno due anni (un periodo non breve) e, più in particolare, solo su quelle, tra queste abitazioni, che siano di proprietà pubblica e di “grandi proprietari privati”.
4. Nella proposta di delibera, sono “grandi proprietari privati” solo le persone fisiche e gli enti titolari di almeno 5 unità immobiliari nel territorio della Città di Torino. Lungi dai toni allarmistici con cui viene rappresentata, l'iniziativa di Vuoti A Rendere riguarda esclusivamente le proprietà immobiliari che tendono a considerare le case soprattutto come uno strumento di patrimonializzazione. Le scelte di questi soggetti rispondono a logiche finanziarie e aziendali, che non sono influenzate da eventuali esperienze negative con inquilini morosi e che, soprattutto, poco sono toccate dai costi legati al mantenimento di un immobile vuoto. I piccoli proprietari non sono toccati dalle proposte della campagna.
5. In ogni caso, Vuoti a Rendere immagina anzitutto un approccio promozionale nei confronti delle grandi proprietà assenteiste. A tal riguardo, il rilancio di Lo.C.A.Re può essere cruciale per promuovere (anche con garanzie per i proprietari privati) l'accessibilità delle case a essa affidate Inoltre, recuperare migliaia di case alla disponibilità collettiva può essere una leva efficace per gestire le morosità incolpevoli, individuando rapidamente alternative adeguate per le persone in disagio abitativo o a rischio di sfratto.
6. Vuoti A Rendere è disponibile a contribuire a ogni opportuno approfondimenti tecnico, fermo restando che le sanzioni proposte come interventi di ultima istanza (sia le misure pecuniarie, sia la requisizione), definite erroneamente, dai più allarmati, “iniziative incostituzionali”, altro non sono che strumenti già presenti in tante città europee per contrastare la speculazione edilizia, lo svuotamento dei centri storici e l'aumento incontrollato dei canoni di affitto.
Le/i promotrici/tori intendono sottolineare che solo in un Paese come l'Italia queste proposte possono suonare “radicali”, venendo attaccate come “propagandistiche”. La verità è che, dopo più di venticinque anni di politiche basate solo sugli “incentivi” alla proprietà e alla rendita, la questione abitativa, a Torino e in Italia, è più grave che mai. Nonostante a Torino persone e famiglie facciano sempre più fatica a sostenere i costi di un affitto, i canoni non si abbassano; anzi, crescono più velocemente rispetto ad altre città. Il mercato immobiliare non è in grado di autoregolarsi e di contrastare fenomeni speculativi sempre più distanti dalla materialità delle case e delle persone che le abitano.
Lasciare ingiustificatamente abbandonate le proprietà edilizie può creare costi collettivi non sempre tollerabili, che vengono scaricati anzitutto sul fondamentale diritto all'abitare. I tempi sono maturi per dotarsi di politiche abitative ambiziose, capaci di affiancare gli incentivi con principi e strumenti di responsabilizzazione della grande proprietà edilizia, pubblica e privata. Vuoti A Rendere crede, insomma, che Torino possa diventare un laboratorio politico all'avanguardia, capace di porre al centro del dibattito pubblico il tema delle troppe persone senza casa e delle troppe case senza persone.