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06/03/2013Maurizio Scandurra
 
Il commerce network leader di settore comunica i dati del 2012 e lancia la nuova sfida al mercato
 
ECONOMIA, VISIOTRADE:BARATTO, BENTORNATO FUTURO!
 
Il Presidente Cristiano Bilucaglia: “Per il 2013 prevediamo di raggiungere i 50 milioni di transazioni in compensazione” Anche le istituzioni, a partire dal Piemonte, si sono accorte dei vantaggi del corporate barter
 
Torino, lì 06/03/12 – Che in Italia, il denaro sia stato sconfitto dal baratto, è cosa che Cristiano Bilucaglia, noto ingegnere informatico, va dicendo a ragione già dal 2010.
E più precisamente da quando, con altri 5 soci provenienti da esperienze manageriali facenti capo a diversi ambiti dell'industria e dell'informatica fondò VisioTrade SpA, ovvero il primo commerce network d'Italia.
Il corporate barter, diffuso dapprima in Piemonte, sta prendendo piede sempre più, come un fiume in piena, salvando dal lastrico, dal dover essere costrette a portare i libri in tribunale, dal rischio chiusura per l'eccessivo pressing fiscale attuale, aziende e altrettanti preziosi posti di lavoro, creandone parallelamente di nuovi, in un mercato che sta progressivamente tornando alla produzione.

BORSE IN RIBASSO, BARATTO IN RIALZO

Un'idea geniale, quella del Presidente di VisioTrade (che il Consigliere Regionale del Piemonte, Avv. Alberto Goffi, uomo-simbolo nella battaglia contro le iniquità di Equitalia ha colto per primo, sposandola come modello di business efficace e innovativo per realizzare “Quality Piemonte” (presentato insieme ad Antonio Lubrano, Gianluigi Paragone e Oliviero Beha a fine 2012) il primo portale istituzionale italiano del genere per favorire gli scambi tra imprese del territorio prossimamente on line), che prende spunto dall'antico concetto di baratto di svizzera memoria (dal 1934 lì sono quasi 80.000 le aziende che adottano questo metodo alternativo di scambi commerciali per fare impresa), e che in soli due anni è riuscita a raggiungere impressionanti dati di fatturato: 4.180.000 euro di transazioni registrate nel 2010, ben il doppio (10.150.000) nel 2011, per chiudere in crescendo al 31 dicembre 2012 con un volume d'affari pari a 22 milioni, con un incremento costante triennale del 50%. I settori più produttivi? Professionisti e artigiani (15%), ristorazione (12%), strutture alberghiere (10%), automezzi (10%), pubblicità (7%), arredamento (6%), informatica (5%). Fondamentale inoltre il grande apporto di fatturato prodotto dalla polverizzazione, all'interno della quale rientrano palestre, circoli sportivi, centri estetici e benessere, abbigliamento, agenzie viaggi, tour operator e dentisti, tanto per citarne alcuni tra i più significativi. Barter (VisioTrade) bentornato futuro!. Si calcola che entro il 2020 l'80% delle PMI parteciperà ad un circuito di Barter,.
Dati impressionanti per un sogno partito da Collegno, cittadina dell'hinterland torinese.

VISOTRADE, CASE HISTORY DI UN SUCCESSO ANNUNCIATO

Un successo ottenuto grazie ad alcuni punti di forza, tra i quali, “In primis – spiega l'ing. Bilucaglia – l'impiego di una piattaforma informatica di ultimissima generazione che non ha eguali sul mercato, l'incremento di nuovi membri grazie a una copertura capillare a macchia d'olio in continua espansione in tutta Italia”, prosegue. “Dalle 19 filiali di VisioTrade presenti a fine 2012, siamo già arrivati a 22, superando dunque in termini proporzionali il numero di regioni italiane, e presto se ne aggiungeranno delle altre”, continua il Presidente di VisioTrade. “In un momento in cui frasi come “credito al consumo”, parole come “prestito”, “fido”, “mutuo” sono ormai scomparse non solo dalla realtà di un Paese in recessione come il nostro, ma anche dai discorsi e dai sogni degli italiani, i quali, messi sempre più alle strette da un pressing fiscale e dall'impossibilità totale di ricorrere alle classiche forme di liquidità, occorre che anche il dizionario dell'economia si aggiorni per esprimere al meglio il nuovo mondo che si sta aprendo”, prosegue Cristiano Bilucaglia.
“In VisioTrade operano in maniera virtuosa circa 1.500 aziende che scambiano tra loro beni e servizi totalmente in EuroCrediti, la nostra moneta complementare, in pieno accordo con il regime fiscale italiano”.
Facile comprendere dunque i vantaggi alla base del successo dell'iniziativa: “Chi aderisce al circuito può trovarvi all'interno di tutto e di più, può abbattere la crisi di liquidità, preservare le proprie risorse in denaro e accrescere la propria clientela incrementando così il fatturato. Ad ogni nuovo membro, quando entra in VisioTrade, è affidato a un trader, un professionista che analizza clienti e fornitori dell'azienda, acquisendo così ciò di cui l'impresa ha bisogno, secondo il corretto completamento del processo di filiera che è il perno su cui si fonda il corporate barter”, aggiunge Bilucaglia. “Così facendo abbiamo ridato fiato a imprese in difficoltà, evitato che altre portassero i libri in tribunale, moltiplicato i volumi di aziende già consolidate”.

EUROCREDITO-EURO: 1 a 0!

La differenza tra VisioTrade e una banca? “La prima è fondamentale, oltre che rivoluzionaria. Da noi non esiste il rischio di insoluto, e soprattutto non viviamo di contributi statali, europei – quelli che tanto scatenano scandali, polemiche e le ire dei cittadini, per intenderci - ma solo grazie al frutto del nostro lavoro. VisioTrade seleziona in maniera scrupolosa clienti e transazioni, entrambi coperti da un fondo di garanzia, affinché ciascuno sia sempre sicuro di ricevere ciò che gli spetta”, inizia Bilucaglia.
Per poi proseguire: “Chi entra in VisioTrade, a seconda del tipo di ragione sociale, condizione economica e situazione dell'azienda, previa attenta valutazione da parte del trader, può accedere a un plafond di negativa, siglato PSN, che altri non è che l'equivalente di un fido in EuroCrediti da spendere nel circuito, e da rifondere solo con il proprio lavoro, o vendendo i propri beni e servizi. Senza l'assillo di rate mensili, e soprattutto senza interessi, rischi di more, azioni legali, pignoramenti e quant'altro terrorizza oggi gli italiani.
Il baratto fa rima con produzione, impresa, non con finanza, spread e debito pubblico. Siamo un paese di PMI, lo siamo sempre stati, ed è li che noi agiamo”, conclude l'Ing. Cristiano Bilucaglia.
 

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