Torino, lì 28-11-2013 – La crisi e la globalizzazione hanno profondamente
mutato gli scenari economici, accelerando tutto in maniera spasmodica e
riducendo dunque le fasi dei processi produttivi sino al limite massimo
della
standardizzazione. E se ciò sul versante industriale può in qualche misura
avere un senso, stante la contrazione dei consumi che si traduce a propria
volta in una minore disponibilità di risorse, in ambito artigianale ciò non
ha
ragion d'essere. Specie nel settore dell'Haute Coiffeure ove, come sempre
accade in periodi di recessione, la domanda di cura della persona, di
bellezza
ed estetica è nettamente in controtendenza, segnando il passo con una media
di
crescita pari al 5% annuo (il che equivale a qualche milione di euro) tra
tutti
i settori coinvolti: farmaceutica, cosmesi, erboristeria, hair styling,
palestre, beauty farm e centri benessere. Fattore importante, dovuto
all'estremo moltiplicarsi dell'offerta da parte di centri commerciali,
shopville e ipermercati con tanto di galleria di mercanti.
“Stop agli industriali del taglio, più spazio all'artigianalità nella
confezione del look”: questo il monito di Toni Matta, noto stilista
torinese,
con un importante palmares di illustri collaborazioni nel settore della cura
e
trattamento dei capelli., che interviene sul tema - dandogli un "taglio", è
proprio il caso di dirlo - economico e sociale. “L'avvento della grande
distribuzione, che ha livellato moltissimi settori verso il basso in termini
di
qualità, ha introdotto la legge dei grandi numeri anche in un mestiere,
quale
quello dell'hair stylist, in cui ciò non è affatto un bene. Siamo trascorsi
rapidamente dalla bottega, dal salone a misura d'uomo a studi immensi più
simili a catene di montaggio. Oggi assistiamo al proliferare di veri e
propri
“parrucchierifici”, in cui la logica del processo produttivo industriale è
prevalente: tutto è cronometrato, studiato, razionalizzato alla stregua di
un
laboratorio chimico: dalle dosi dei prodotti, al tempo di una piega, dell'
asciugatura e via dicendo, con prezzi finali per l'utenza che non sono
affatto
convenienti, né tantomeno producono vero risparmio. Mantenere macchine
produttive del genere costa, e tutto questo grava alla fine sui clienti, a
discapito del risultato finale”, dichiara Toni Matta, che ha da poco
inaugurato
a Torino “HairFashion”, il suo nuovo salone in via Fratelli Calandra 3/D.
“Il cliente è un'opportunità, e non un numero gestito da numeri. La bellezza,
il look, sono per definizione soggettivi. Non possono dunque, oltre un certo
limite, essere oggetto di procedure standard. Andare dal parrucchiere è un
rito, non è come fare un tagliando all'auto, o farsi lucidare la
carrozzeria”.
Per poi aggiungere: “Tagliarsi i capelli, prendersi cura di loro non è un
procedimento seriale, bensì artistico, e dunque sempre diverso per
definizione.
Quindi, non replicabile. Restituire al nostro mestiere una dimensione più a
misura d'uomo, artigianale e genuina, è il solo modo per dare soddisfazione
e
valore al nostro lavoro, soddisfacendo i clienti e contribuendo a ridare
slancio ai saloni di quartiere che, oltre a mantenere vive sotto il profilo
commerciale le aree residenziali, svolgono altresì un'importante funzione di
controllo e presidio del territorio”, conclude Toni Matta.