"I Poppers in gran parte si autodefiniscono progressisti dalla mentalità aperta. Si tratta di un fan club atipico, sorto per un Papa atipico"
Uno dei quotidiani più conosciuti negli States e nel mondo, il Washington Post, in occasione del primo viaggio del Pontefice negli STATI UNITI (19-28 settembre, con tappa a Washington mercoledì 23 settembre dove alla Casa Bianca il Papa incontra il Presidente Barack Obama), dedica un articolo al progetto italiano "POPE IS POP" dal titolo: "Un Papa per tutte le stagioni - POPE IS POP: 'L'inizio di una rivoluzione'"
"POPE IS POP" è un un gruppo spontaneo che si è formato a Roma "aperto a piccoli e grandi, a uomini e donne, etero ed omosessuali. Comprende manager e cantautori. Sono italiani, russi, cubani, statunitensi" e nell'anno del Giubileo realizza flash mob dedicati a Papa Francesco per le vie, le piazze e le metro capitoline, coinvolgendo turisti di tutto il mondo, con l'intento di 'divulgare' l'anima Pop del Pontefice attraverso i linguaggi di danza e musica
I giornalisti del 'Washington Post' Anthony Faiola e Michelle Boorstein sottolineano nell'articolo proprio questa connessione tra il Papa ed il progetto 'Pope is Pop' anche perché entrambi stanno suscitando critiche da parte di tutte le correnti puriste ed integraliste cattoliche (i Poppers sul portale madrileno INFOVATICANA.COM vengono così etichettati "son cosa del demonio"): nessun altro movimento rappresenta in maniera così fedele lo 'spirito popolare', a tratti folkloristico di Francesco: ma i Poppers sono seguaci di questo Papa, non dei Papi in generale e come afferma l'Autore della canzone Igor Nogarotto: "Per Ratzinger non avrei mai scritto Pope is Pop"
In allegato l'articolo originale (file e testo), in inglese e tradotto in italiano ed alcuni scatti dei vari flashmob realizzati. Link video flashmob: https://youtu.be/46RTOoK7Nm4
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ARTICOLO INTEGRALE: POPE IS POP 'L'inizio di una rivoluzione'
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Un Papa per tutte le stagioni (di Anthony Faiola e Michelle Boorstein)
POPE IS POP: 'L'inizio di una rivoluzione'
Per i liberals - cattolici o meno - Papa Francesco è emerso come una forza energizzante. In questi giorni a Roma, ad esempio, un flash mob improvvisato blocca periodicamente il traffico, scatenandosi e canticchiando al ritmo di una melodia orecchiabile in onore di Francesco. Ma questi non sono i "soliti" papisti.
Il nome del gruppo - i Poppers - si richiama irriverentemente all'appellativo, in gergo da strada, di uno stimolante chimico, perché trovano che il suo messaggio "crei dipendenza". Alcuni dei suoi circa trecento membri si recano regolarmente in chiesa, altri no. Forse la cosa non sorprende, dato che si tratta di un pontefice che sta creando fazioni fra i progressisti e i conservatori. I "Poppers" in gran parte si autodefiniscono progressisti dalla mentalità aperta. Il gruppo è aperto a piccoli e grandi, a uomini e donne, etero ed omosessuali. Comprende manager e cantautori. Sono italiani, russi, cubani, statunitensi. Alcuni di loro nemmeno cattolici. Si tratta di un fan club atipico, sorto per un Papa atipico.
"Questo Papa sta realizzando l'apertura della Chiesa che in tanti attendevamo" ha allegramente affermato Francesco Grasso, Popper di 43 anni, professionista di marketing italiano e cattolico praticante non assiduo, il quale ha partecipato a un flash mob a Roma lo scorso aprile
"Ci sono una serie di barriere che non possono essere abbattute immediatamente. Ma ci sono anche segnali che Papa Francesco stia iniziando una sua rivoluzione nella Chiesa cattolica romana".
Tuttavia Francesco si è anche opposto con veemenza al matrimonio omosessuale, ha condannato il transgenderismo come teoria "che non riconosce l'ordine della creazione" e ha definito la diffusione di queste tendenze sociali come "colonizzazione ideologica".
"Questo Papa sta realizzando l'apertura della chiesa che in tanti attendevamo" afferma Francesco Grasso
I liberals che cercano un cambiamento nelle posizioni ufficiali della Chiesa sperano che Francesco prenda una posizione ferma su alcuni scottanti temi sociali: la collocazione futura dei cattolici che fanno uso di contraccettivi, divorziano e si risposano al di fuori della Chiesa o appartengono al gruppo LGBT. Vogliono ad esempio capire se l'accesso all'aborto e alla contraccezione - entrambi supportati ampiamente dai cattolici statunitensi - continuerà ad essere additata come peccaminoso dalle istituzioni ecclesiastiche
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