Grande successo per la presentazione del libro “Mi raccomando… guagliò!” La solitudine degli umili, scritto da Giovanni Berardi per raccontare gli anni del terrorismo, e in particolare la vicenda dell’uccisione di suo padre Rosario, Maresciallo della Polizia di Stato in servizio a Torino.
L’evento, che si è svolto venerdì 1 ottobre presso la Biblioteca Civica, è stato presentato dall’Assessore agli affari Generali ed Istituzionali della Città di Carmagnola, Alessandro Salamone.
Un folto pubblico ha ascoltato con interesse l’introduzione dell’Avvocato Giampaolo Zancan, che ha tracciato con precisione, raccontando anche aneddoti riguardanti il celebre processo alle Brigate Rosse, il periodo storico degli “anni di piombo”.
Presente alla serata anche il direttore del quotidiano La Stampa, il dott. Mario Calabresi, che nel suo brillante intervento in qualità di autore della prefazione del libro di Berardi, si è soffermato sull’inutilità della violenza a scopo di protesta sociale. Troppo spesso, ancora oggi, alcuni episodi più o meno tragici, legati ad aggressioni, minacce, ritorsioni o stragi, cercano la propria giustificazione nella volontà di rappresentare un malessere condiviso, ma la società non ne trae alcun beneficio. Si rischia, al contrario, di cadere in una assurda spirale di violenza che impoverisce la realtà collettiva e, per questo, è sempre più necessario parlare dell’inutilità di questi fatti, soprattutto ai giovani.
“Troppe famiglie distrutte, troppo poco rappresentate” è la conclusione di Giovanni Berardi. Con questo libro prende forma la necessità di dare voce a coloro che questi drammi li hanno vissuti in prima persona e non solo ai terroristi, diventati pressoché celebri per le loro azioni.
Con questa iniziativa, ha spiegato il Vicesindaco Alessandro Salamone, promotore dell’iniziativa, “abbiamo voluto invitare i cittadini carmagnolesi alla riflessione su questi episodi, di cui si parla sempre di meno, ma che fanno parte della nostra storia e dell’evoluzione di uno stato che potrà parlare veramente di emancipazione nella misura in cui riuscirà a liberarsi dalla cultura dell’oppressione che ancora oggi ha lasciato qualche traccia.”