“Dal 10 ottobre al 2 novembre 1944, Alba visse i suoi 23 giorni di liberazione dal giogo nazifascista, anticipazione della festa del 25 aprile. Celebriamo quel momento glorioso ricordando anche i caduti di tutte le guerre, nella speranza di non doverne conoscere più”.
Il Sindaco di Alba, Maurizio Marello, introduce con queste parole il programma delle celebrazioni del IV novembre, Festa dell’Unità nazionale che si terranno .
Giovedì 28 ottobre, alle 21, nella sala Beppe Fenoglio, presentazione dello studio di Livio Berardo “Elementi Pericolosi - antifascismo Cuneese 1922-1943”. Il libro tratta ampiamente dell’antifascismo in Alba nelle Langhe e nel Roero con documenti e fotografie.
Venerdì 29 ottobre, alle ore 17.30, nella sala consiliare del palazzo comunale di Alba, presentazione del primo itinerario del progetto “Strade delle memorie partigiane” e del rinnovamento dei cippi e lapidi di Alba.
Lunedì 1 novembre, alle ore 15, nel campo della memoria del cimitero cittadino, Santa Messa in onore ai caduti. Riflessioni e ricordi.
Venerdì 12 novembre, alle ore 17, alla biblioteca Liceo Classico “G. Govone” proiezione del video “L’urlo soffocato”, video realizzato dall’Istituto comprensivo di Diano D’Alba e dall’Associazione Arvangia sulle violenze nazifasciste dopo i 23 giorni.
Domenica 14 novembre, alle ore 11, nella chiesa della Madonna degli Angeli in Loc. Altavilla, Santa Messa in suffragio dei caduti durante i 23 giorni della Città di Alba e delle rappresaglie che ne seguirono.
Le manifestazioni sono aperte a tutti e sono state organizzate in collaborazione con l’Associazione Colle della Resistenza e con l’A.N.P.I.sezione di Alba.
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Lettera aperta del Sindaco in occasione delle celebrazioni del 66° anniversario dei 23 giorni della Libera Repubblica di Alba, 10 ottobre 1944 – 2 novembre 1944.
“Uniti dalla Costituzione”
Secondo una convenzione che sarà anche retorica ma che contiene molti elementi di verità, la Resistenza è stata il secondo Risorgimento. Personalmente ritengo che la lotta di liberazione si collochi in ideale prosecuzione della fase risorgimentale, in quanto - grazie al concorso ad essa di italiani di ogni regione - ha cementato il sentimento di unità nazionale e su questo ha fondato il successivo processo di costruzione del nuovo patto costituzionale.
L'unità d'Italia tornò a farsi davvero nelle bande partigiane, in cui militavano uomini e donne di ogni età, di ogni provenienza geografica, di ogni estrazione sociale. Non solo, ma tutti furono accolti, sostenuti e protetti senza distinzione dalla nostra gente.
I valori unificanti dell'impegno di tutti i partigiani, pur tra loro diversi quanto a scelte partitiche, erano quelli della indipendenza della patria, della libertà, della democrazia, oltre al sogno di una società più giusta in cui mai potesse essere mortificata la dignità di ogni singolo uomo. Erano e sono valori alti. Per essi tantissimi diedero la vita. Essi devono ancora ispirarci pure oggi, senza capziose distinzioni tra italiani del nord e del sud.
Dai valori proclamati e difesi dagli uomini e dalle donne della Resistenza scaturì poi la Costituzione repubblicana, il quadro di regole che gli italiani, tutti insieme, si sono dati e che vogliono mantenga intatto il suo ruolo di regolatore della nostra convivenza civile.
Forse è vero, come alcuni dicono, che il Risorgimento, così come la Resistenza, sia stato opera di una minoranza. Ma è benedetta quella minoranza che sa indicare la via del futuro, che sa condurre un Paese su una strada di indipendenza, libertà e democrazia.
Nel fare memoria, allora, dei duemila partigiani che il 10 ottobre liberarono Alba, sia solo pure per 23 giorni, quale anticipazione della liberazione definitiva dal nazi-fascismo dell’aprile 1945, ci avviamo verso le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia con rinnovato spirito di fedeltà alla Carta Costituzionale e con l’impegno a farla conoscere ed apprezzare alle nuove generazioni.