Il CSAIn Alessandria interviene duramente sulla Riforma dello Sport, voluta lo scorso anno dal Governo Italiano, che sta mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza di numerose società sportive che si ritrovano a dover far quadrare i conti con costi sempre più elevati e insostenibili sia per le società che per le famiglie.
“Lo sport è un diritto di ogni cittadino, se ne parlava già quasi cent'anni fa con Mussolini. Oggi con questa Riforma si rischia di ammazzare lo sport per ingrassare lo Stato che già mette quotidianamente le mani nelle tasche dei cittadini”, così il duro esordio del CSAIn – Centri Sportivi Aziendali e Industriali di Alessandria in merito alla Riforma dello Sport che, proprio in questi giorni compie il primo anno di vita. Molte società nei mesi scorsi hanno dovuto aumentare le tariffe, mediamente del dieci per cento e un ulteriore aumento della stessa entità ci sarà probabilmente il prossimo autunno. La riforma, spiegano dal CSAIn Alessandria, porta ad un progressivo abbandono di società e di atleti, un campanello di allarme da non trascurare.
I nuovi contratti per i lavoratori sportivi hanno fatto si che molte realtà, soprattutto quelle più piccoli, si troveranno davanti a un bivio: chiudere o far ricadere i costi sulle famiglie, il sistema infatti non potrà reggere a lungo. Le tariffe sono varie, ma mediamente si parla di centinaia di Euro all'anno. La legge precedente prevedeva che chi lavorava nel mondo dello sport dilettantistico, sia atleti, che tecnici e dirigenti, poteva ottenere un compenso esentasse fino a 10 mila Euro annui. Dal 1° luglio dello scorso anno sono entrate in vigore importanti novità legate ad una ampia riforma dello sport. L'obiettivo è regolamentare il sottobosco di tutti quei compensi inquadrati come redditi diversi anziché redditi da lavoro . Le prestazioni effettuate in qualità di sportivo amatore pagate con semplici rimborso spese ,infatti, non venivano riconosciute come vero e proprio lavoro e non comportava quindi adeguate tutele assistenziali e previdenziali.
Dallo scorso anno sono identificati come “Lavoratori Sportivi” gli atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi, preparatori atletici, direttori di gara e ogni altro soggetto che viene pagato per svolgere un'attività legata ad una società sportiva iscritta ad una federazione del CONI, ora anche al registro di “Sport e Salute”. Le tipologie di rapporto lavorativo sono Autonomo con partita IVA, subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa. Sono esclusi tutti coloro non direttamente legati agli aspetti sportivi, come addetti alle pulizie, manutentori e contabili amministrativi. L'esenzione fiscale è entro i primi 5000 Euro di reddito, al di sopra scattano gli obblighi contribuitivi ed è disciplinata anche la figura del volontario, che deve essere assicurato per la Responsabilità Civile verso terzi e può ottenere rimborso spese per vitto, viaggio e alloggio.
Il CSAIn Alessandria si fa una domanda: ma le persone che hanno redatto la Riforma dello Sport hanno mai praticato una qualsiasi disciplina sportiva?