La Pro loco e la Famija Bovesana hanno riproposto, per la sera della vigilia della Epifania, 5 gennaio, una delle loro iniziative culturali più importanti la “Vijò beuvesana e piemonteisa”, in un Auditorium Borelli pienissimo, giocata su letture (prose e poesie), musica e convivio, con alcuni dei massimi appassionati locali. Ha presentato lo spinettese Guido Musso, in arte “Barba Guido”, noto cultore di lingua e tradizioni locali (lettura di opere tratte dalla recentissima antologia poetica, curata dal professor Mario Martini, “Teresa Bisotto e altri poeti bovesani”), con interventi delle poetesse Gianfranca Parato (di Roccadebaldi, nel suo monregalese gentile e delicato) e Candida Rabbia (la cuneese Candida Rabia, ironica e dissacrante, nella abituale tenuta da “befana piemontese”), dello scrittore cuneese Adriano Cavallo (‘Driano ‘d Caval, con racconto sulle “masche”), della giovane musicista bovesana Michela Pellegrino (in pezzi sempre più raffinati, accompagnata dalla inseparabile fisarmonica), del “Trio Canzoni Popolari” (i bovesani, di Rivoira e San Giacomo, Livio Vallauri, Enzo Maccario e Mario Pellegrino, ad applauditissimo debutto), del gruppo “Janavel” (“Gufo” in provenzale-occitano, che han fatto danzare sin alle “ore piccole”), della “voce bovesana” Italo Giubergia (con letture di scritti di Teresa Bisotto, sul restauro del campanile dei Cerati, nel 1958, e su malinconie confiate, in Francia, alla luna, vent’anni prima, Erio Giordano, storia della “Corale bovesana”, e Mario Martini)... Il Sindaco (presente durante tutte le oltre due ore della serata) ha portato i suoi saluti. Omaggi e ricordi sono andati alla Corale Bovesana, a Costanzo e Mario Martini, a Giulio Chiapasco. La colonna sonora ha visto pezzi tradizionali locali e ritmi provenzali-occitani (culminando, ovviamente, con corali “Nate ‘d Boves” e “Si Chanto”), coinvolgendo (cosa che è mancata in alcuna delle precedenti undici edizioni) anche molto pubblico “giovane”. Simpatico “fuori programma” è stato il saluto di due “befane”. Da Renato Civallero è giunto appello ai giovani ad entrare nella “Famija”. Alla fine, tra le danze, è stato offerto rinfresco (ovviamente tipico-tradizionale, acciughe al verde e panettone).