Un mare di nichelinesi ha festeggiato giovedì 17 marzo i 150 anni di Unità italiana. La festa è cominciata alle 15 con un lungo corteo che da piazza Camandona si è snodato fino a piazza Di Vittorio. Il corteo, partito dopo aver ascoltato l’inno di Mameli (nella versione integrale), è passato sotto gli striscioni che da giorni uniscono i due lati di via Torino riportando versi dell’inno nazionale. Un corteo con tante bandiere e striscioni tricolore.
In piazza Di Vittorio si è svolto il momento ufficiale della festa con i discorsi del presidente del consiglio comunale Armelio Vitale e del sindaco della Città di Nichelino Giuseppe Catizone. Quel che ha stupito è la quantità di persone (anziani, giovani e giovanissimi) che si è radunata per oltre un’ora ad ascoltare in silenzio le parole delle autorità e gli intermezzi musicali della fanfara dei bersaglieri, del coro degli alpini e della banda civica musicale nichelinese. La nuova piazza Di Vittorio era davvero stracolma di gente. Sul palco sono saliti anche i giovanissimi eletti del Consiglio comunale dei ragazzi (Ccr) che in precedenza avevano aperto il corteo con un enorme striscione rosso, bianco, verde.
Vitale ha annunciato che per tutto il 2011 i consiglieri comunali nichelinesi canteranno l’inno di Mameli prima dell’apertura delle sedute della massima assise cittadina. Catizone si è detto entusiasta per la partecipazione, ma non ha mancato di punzecchiare il partito che si era schierato contro la festa dei 150 anni: la Lega Nord (il consigliere comunale leghista Gabriele Bellone ha però partecipato alla festa).
«Non ho mai visto tanta gente ad una manifestazione nichelinese – spiega Catizone – Vuol dire che siamo davvero tantissimi a voler festeggiare il nostro paese. Nichelino ha nelle sue radici l’unità del paese: si è infatti ingrandita grazie all’apporto di tanti immigrati provenienti da tutta l’Italia. Spiace che il presidente della Regione Piemonte Roberta Cota non se la sia sentita di festeggiare. Spiace che parlamentari, consiglieri regionali e comunali leghisti abbiano preferiscano uscire dall’aula quando risuona l’inno di Mameli. Chi prende indennità e compensi dallo Stato italiano, dovrebbe fare lo sforzo di riconoscere e apprezzare uno dei massimi simboli del nostro paese. Parlano di federalismo, che sarebbe una buona cosa se applicato davvero, ma in realtà proprio il loro governo ci impedisce di spendere i soldi, che pure abbiamo, per il nostro territorio. L’Italia ha enormi possibilità ancora inesplorate: noi ci crediamo».
La festa è proseguita con performance teatrali della Compagnia Teatro di Castalia e di altre associazioni cittadine. Alle 19 sono stati distribuiti a tutti i presenti piatti di penne tricolori: a servire i cittadini c’erano gli assessori. Alle 21 è iniziato il concerto del gruppo storico torinese degli Statuto che ha chiuso la festa.