Nella società delle tecnologie della informazione e della comunicazione la materialità tende a sfumare e a far dimenticare che dietro il software c’è l’hardware, fatto di massa e di energia. Le macchine fantastiche di Eugenio Bolley, esposte al Politecnico di Torino in una mostra curata da Vittorio Marchis e organizzata da Margherita Bongiovanni e Olivia Musso (Centro Museo e Documentazione Storica del Politecnico di Torino), rendono concreti i sogni di chi riesce a trasfigurare le “cose” più comuni in realtà fantastiche, dando loro la concretezza della materia e la lucentezza dei colori.
L’idea centrale dell’esposizione è semplice: mostrare a chi dovrà domani progettare il nostro futuro, anche nel rigore di un contesto tecnico-scientifico come quello di un Politecnico, che è necessario lasciare spazio alla fantasia, senza dimenticare che a fianco dell’homo sapiens e dell’homo faber deve sempre coesistere anche l’homo ludens. Perché il gioco sta alla base non solo dell’innovazione, ma anche dell’etica della ricerca scientifica.
Eugenio Bolley recupera oggetti comuni, rubinetti e dischi di frizioni, bulloni e raccordi idraulici e li fa diventare macchine fantastiche, per stimolare nuovi pensieri che si dipanano nei sentieri di un pensiero “laterale”. La scelta di portare le macchine di Eugenio Bolley al Politecnico non suona soltanto come una provocazione, ma vuole iniziare un nuovo percorso in grado di coniugare arte e tecnologia, come già sta accadendo in molte manifestazioni intorno alla diffusione della cultura scientifica.
Tra le altre installazioni esposte, ci saranno anche due “macchine perforatrici”: furono proprio i grandi trafori delle Alpi (Frejus e Sempione) – risultato di una innovativa cultura politecnica - a proiettare il nostro Paese in uno scenario europeo non appena si compì la Unità d’Italia. Per questo motivo la Mostra è inserita nel programma delle manifestazioni di “Esperienza Italia 150”. La Mostra si indirizza non solo a un pubblico adulto, ma anche ai giovani delle scuole primarie e secondarie che potranno in questo modo venire a contatto con una realtà che potrà successivamente coinvolgerli nei loro percorsi formativi.
La mostra è patrocinata da Regione Piemonte, Provincia di Torino, Città di Torino e Comune di Bardonecchia. Sponsor dell’iniziativa: Reale Mutua Assicurazioni, LocAuto Due, Peugeot, Sicafer, Caffè Torveca, Colori Tassani, GB Blanchet.
In allegato, l’invito all’inaugurazione con la biografia dell’artista e un estratto dal catalogo della mostra.