Ecco finalmente il mese di dicembre: atteso perché conclude l’anno, perché porta con sé le feste più belle, perché…permette di aprire una nuova pagina che si spera sempre migliore della precedente. E’ stato un anno difficile, senza troppi colori accesi a ravvivarlo, con tanto chiaro scuro che non consente di guardare con molto ottimismo al domani. Eppure è impossibile non essere, almeno un pochino, sereni quando le feste si avvicinano: l’aria di casa, i sapori e gli odori che ci hanno accompagnato fin da bambini, la voglia di ritornare indietro, quando ancora la notte del 24 dicembre era “Gesù Bambino a passare” e non il tecnologico Babbo Natale. "I ricordi di un Natale alla vecchia maniera sono difficili da dimenticare", amava dire l’attore americano Hugh Downs, ed è difficile non concordare. Gli auguri che voglio fare, attraverso queste poche righe, sono di cuore e spero possano servire ad aprire spiragli di speranza anche nel nostro settore che, occupandosi di tempo libero, soffre più degli altri della crisi e dei tagli che essa impone. Certo, il momento non è facile, ma occorre fare delle differenze tra turismo e turismo ed avere il coraggio di guardare al “nostro” come ad un battistrada che sta aprendo una via verso quella che sarà la società del dopo crisi. Una società cambiata, nel modo d’intendere i problemi ed anche di affrontarli: ogni cambio epocale (e quello che stiamo vivendo in queste difficili e contrastate settimane lo è) porta con sé i germi del nuovo, semi che attecchiscono, mutano le piante e fanno ripartire le cose, anche se le basi sono cambiate. Basta scorrere la storia dell’umanità per rendersene conto: non sempre le rivoluzioni sono violente, non sempre sono causate da epidemie o da guerre, avvengono anche attraverso mutazioni sociali che traghettano al nuovo e cambiamo i modi di vivere. Il futuro apparterrà ad un modo d’intendere che è molto simile al nostro, a quello che da anni sosteniamo. A volte siamo anche stati derisi da chi pensava che fossimo un po’ demodé, superati dal nuovo che avanzava, legati a schemi vecchi, ad un romanticismo che sapeva più di belle époque che non di una società proiettata verso il nuovo millennio. Ora sono le ragioni del vivere insieme, dello scoprire e rivalutare la natura, dell’amare il territorio, della difesa di quello che ci contraddistingue a prendere piede. Queste sono le ragioni vere e forti dell’abitar viaggiando, di quel modo d’intendere tempo libero e vita che contraddistinguono da sempre chi ha saputo fare una scelta di confronto con la realtà e di fuga dal virtuale che ci volevano imporre come ineluttabile.
Auguri, amici che leggete queste righe, di tutto cuore: non è forse corretto o per lo meno è troppo forte affermare che “la storia ci ha dato ragione”, ma guardiamo la realtà dei fatti e quanto sta avvenendo e meditiamoci su. E allora anche quella frase di Hugh Downs: "I ricordi di un Natale alla vecchia maniera sono difficili da dimenticare” acquista un significato chiaro e pieno e ci è d’aiuto per andare avanti su questa strada, verso una ripresa che vedrà il nostro modo d’intendere il turismo protagonista. Questo è l’augurio che mi sento fare alla vigilia di un nuovo anno che mi auguro ci faccia dimenticare presto il 2011 che ci sta, senza rimpianti, lasciando.
Beppe Tassone