Nonostante l’alta qualità delle sue opere, il Maestro di Cercenasco sembra aver percorso lo scenario artistico come una meteora, senza lasciare memorie che ne permettano l’identificazione né in documenti, né in firme apposte ai suoi dipinti. Intorno a lui è stato costruito, esclusivamente attraverso l’analisi stilistica, un corpus di opere relativamente ricco e non sempre omogeneo: oltre alle vele della cappella di Sant’Anna di Cercenasco, vertice qualitativo della sua produzione e opera di riferimento nel coniare il nome di comodo a lui assegnato, sono stati ricondotti alla sua personalità la Sant’Anna Metterza e santo nel chiostro del convento di San Francesco di Susa, una tavola con la Vergine e il Bambino, angeli e devoti nella chiesa di San Martino a Villanova d’Asti, la Vergine con Bambino e angeli sulla facciata della parrocchiale di Frossasco e, in ultimo, un affresco della Madonna del latte sull’altare di San Rocco nella chiesa di San Maurizio di Pinerolo. Ad un ambito di bottega o epigoni sono state attribuite l’Assunzione fra angeli e santi sul campanile della vecchia chiesa di San Gervasio in frazione Costa a Cumiana, le Storie della Vergine nella cappella della Madonna del Boschetto e la Vergine con il Bambino nella cappella Madonna della Grà, entrambe nella zona di Frossasco, mentre la Madonna con Bambino e santi sulla controfacciata della chiesa di San Maurizio a Pinerolo e la Sant’Apollonia nella chiesa cimiteriale di San Pietro a Castagnole Piemonte, un tempo assegnate all’artista, sono oggi espunte dal suo catalogo. Il Maestro operò in diverse zone del pinerolese, con almeno un’incursione in area valsusina, testimoniata dall’affresco della Sant’Anna Metterza nel chiostro del convento francescano di Susa; la sua attività nota si svolse all’incirca tra l’ultimo decennio del XV secolo ed il secondo del successivo, estremi ai quali si è risaliti grazie ai dati di moda dei personaggi raffigurati negli affreschi ed alle vicende costruttive della chiesa di San Maurizio di Pinerolo, luogo dove si conserva il suo ultimo dipinto ad oggi conosciuto. Nelle sue opere sono presenti alcune reminiscenze stilistiche settentrionali che riconducono alla Francia del centro-nord, più nello specifico alle esperienze dell’atelier di Jean Fouquet – pittore del re di Francia originario della Turenna attivo nella seconda metà del XV secolo – e, in particolare, alla produzione di due degli allievi di Fouquet, il Maestro del Boccaccio di Monaco e Jean Bourdichon. Su questo sostrato fouquetiano, che, variamente reinterpretato, sembra aver fortemente condizionato la sua formazione, sembrano innestarsi elementi derivati dalla conoscenza dell’arte borgognona, a riprova di una cultura composita ed assai personale, visibilmente diversa dalla maggior parte delle esperienze artistiche a lui coeve in zona piemontese. L’autrice: fossanese, ha conseguito la laurea triennale in Storia dell’Arte Medievale con la discussione di una tesi dal titolo La fortuna critica del trittico dell’Annunciazione di Rogier van der Weyden e una laurea specialistica in Storia dell’arte medievale con lode e dignità di stampa, con una tesi monografica sul Maestro di Cercenasco. Attualmente è dottoranda di ricerca in Storia del Patrimonio Archeologico e Storico-Artistico presso l’Università degli Studi di Torino.
