In questa crisi economica i disabili pagano un prezzo doppio. Oltre al problema delle pensioni, dei trasporti e dei tagli alla sanità regionale, è arrivata anche la mazzata del fallimento CSEA, l'ente di formazione che da molti anni organizza l'unico corso piemontese riservato ai centralinisti telefonici non vedenti e ipovedenti. Questa professionalità risulta a tutt'oggi uno dei pochissimi sbocchi lavorativi per i disabili visivi.
La legge n. 113 / 1985 prevede infatti un ben preciso percorso formativo che porta infine all'iscrizione ad un Albo Professionale gestito dalle Province. Oggi gli otto studenti non vedenti e ipovedenti che stavano frequentando il corso, sono a casa con la prospettiva di non poter terminare per tempo le attività didattiche. Fra di loro vi sono ragazzi espulsi dal mercato del lavoro per la loro disabilità, persone senza reddito difficilmente collocabili in altre mansioni, giovani che sognano da tempo un inserimento occupazionale. Ora tutto rischia di andare in fumo, comprese le centinaia di ore già frequentate. "Facevo l'amministratore di call-center e quindi conoscevo benissimo il funzionamento dei centralini - dice Umberto Breglia, frequentatore del corso Csea - da quando le condizioni visive sono peggiorate nessuna azienda mi ha consentito di lavorare. L'unica alternativa era rappresentata da questo corso per ottenere l'iscrizione prevista dalla legge 113".
"Sono laureata in pedagogia e lavoravo all'Università come impiegata amministrativa - aggiunge Mariella Tamagnone - Quando mi è scaduto il contratto non ho avuto altra scelta se non quella di iscrivermi al corso per centralinista. Non ci sono alternative per i non vedenti che vogliono lavorare". L'Apri Onlus (Associazione Piemontese Retinopatici e Ipovedenti) lancia un appello alle autorità competenti affinché la situazione possa essere risolta, magari attraverso l'individuazione di un ente formativo disposto a subentrare a CSEA.
"Come sempre in Italia - conclude Marco Bongi presidente Apri Onlus - Assistiamo al solito metodo dello scarica-barile. Nessuno si assume la responsabilità di quanto accaduto, tutti ci dicono di stare tranquilli ma intanto il tempo passa ed i rischi per il corso sono sempre più forti". IN ALLEGATO LA FOTO DEI CORSISTI CSEA
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