Domenica 8 marzo, in occasione della festa della donna alle ore 21,30 presso il circolo ARCI “Garage Vian” di via Castelnuovo 10/a
LIBERIPENSATORI “PAUL VALÉRY”
Presenta
I MONOLOGHI DELLA VAGINA di Eve Ensler
con
Elena Canone
Stefania Rosso
Daniela Vassallo
progetto e riduzione di Canone-Rosso-Vassallo
Eve Ensler scrisse la prima bozza dei Monologhi nel 1996, dopo aver intervistato 200 donne sulle loro idee sul sesso, relazioni, e violenza contro le donne. Le interviste cominciarono come conversazioni casuali con amici della Ensler, ed in seguito giunsero a comprendere anche racconti di terze persone.
Ensler ha dichiarato che il suo interesse per le vagine cominciò «crescendo in una società violenta". «L'emancipazione delle donne è profondamente connesso alla loro sessualità» e «io sono ossessionata dall'idea di donne violate e stuprate, e dall'incesto.»
L'autrice scrisse i Monologhi per celebrare la vagina, considerata uno strumento di emancipazione, attraverso il quale le donne possono ottenere una completa femminilità e sviluppare la propria individualità.
Nel 1998 il significato dell'opera cambiò e, da celebrazione delle vagine e della femminilità, divenne la nascita di un movimento contro la violenza sulle donne.
L'opera è costituita da un numero variabile di monologhi letti da diverse donne. Ogni monologo è collegato alla vagina, attraverso diversi temi: sesso, stupro, amore, mestruazioni, mutilazione, masturbazione, nascita, orgasmo e così via.
La concezione alla base dell'opera è che la vagina sia per le donne non semplicemente un organo del proprio corpo, ma anche la rappresentazione della loro individualità.
Ogni anno viene aggiunto un nuovo monologo per sensibilizzare le persone sui problemi che le donne affrontano in tutto il mondo, dalle testimonianze delle donne vittime di stupro in Bosnia alla situazione delle donne in Afghanistan.
I Monologhi furono la base di partenza per la nascita del movimento del V-Day, i cui partecipanti, nel giorno di San Valentino, organizzano rappresentazioni per beneficenza. Il ricavato delle rappresentazioni viene di solito devoluto ad associazioni e programmi che assistono le donne vittime di violenza domestica.
Saranno tre attrici a impersonare le donne dei racconti: saranno voci di ogni età, di ogni cultura, di ogni provenienza sociale e geografica. Ma saranno anche un coro, una sola voce, un archetipo. Le esperienze, dapprima singole e differenziate, lievi e quasi divertite, a poco a poco si amalgameranno, e acquistando drammaticità si fonderanno e confonderanno, fino a divenire un'unica, grande storia, quella della Donna di fronte alla propria essenza.
“…immagina di potermi vedere
Ero bella un tempo
Grandi occhi scuri
Mi riconosceresti.” |