Sono passati trent’anni dal 27 giugno 1980, quando il DC-9 dell’Itavia cadde nei cieli del Tirreno, a metà strada tra Lazio e Sicilia, un po’ più vicino a Ustica che a Ponza. Quindici anni dal deposito delle ultime perizie disposte dal Giudice Istruttore del Processo giudiziario sulla Strage di Ustica. Le fasi processuali successive non hanno più interessato le cause dell'incidente, ma solo le responsabilità di coloro che erano stati chiamati in giudizio.
Da un punto di vista tecnico la vicenda non si è però ancora chiusa. Il relitto del DC-9 è stato trasferito dall’Hangar Blatter dell’aeroporto di Pratica di Mare al Museo della Memoria di Bologna e cristallizza la fase della ricostruzione che ha completato il recupero più difficile al mondo dei resti di un aereo precipitato in mare. Le varie ipotesi sulle cause della caduta dell’aereo (missile, quasi collisione, bomba a bordo) sono state più volte proposte, anche recentemente, sulla televisione e stampa nazionale. Nel frattempo saggi e libri-evento si sono succeduti, con la partecipazione al dibattito di studiosi di varia estrazione ed anche di alcuni politici hanno recentemente espresso le loro opinioni su questo evento.
Il Politecnico di Torino, che conta molti di coloro che si sono occupati delle perizie tecniche, dedicherà una giornata organizzata dalla I Facoltà di Ingegneria ad una discussione critica delle analisi che miravano a ricostruire le cause della caduta del DC-9. Saranno riesaminate le analisi sviluppate prima della sentenza di rinvio a giudizio, aggiornandole alla luce di alcuni risultati posti in evidenza durante il dibattimento in aula. Saranno inoltre evidenziati altri elementi, che per esigenze processuali non poterono allora essere sviluppati o che furono ottenuti dopo la fine del dibattimento, elementi che potranno contribuire a meglio definire le cause della perdita del DC-9.
Molto articolato il programma dei lavori:
1. La ricostruzione del volo del DC-9 attraverso le registrazioni dei radar
2. Gli altri voli della sera del 27 giugno 1980
3. Le informazioni derivanti dall’analisi delle fratture e delle deformazioni dei frammenti dell’aereo, con particolare attenzione ai frammenti delle ali, della fusoliera e del tronco di coda
4. Le analisi sugli esplosivi
5. Effetti di un'onda d'urto esterna all'aereo; nuovi risultati
6. Anomalie delle registrazioni dei radar militari
7. Analisi globali e nuove ipotesi di ricostruzione dell’incidente
Numerosi studiosi che si sono succeduti nella compilazione delle perizie giudiziarie o che hanno promosso una ricostruzione dei fatti al di fuori delle aule giudiziarie hanno assicurato la loro partecipazione:
Franco ALGOSTINO, docente di Scienza delle Costruzioni, Mario PENT, docente di Sistemi Radar, Mario VADACCHINO, docente di Fisica della materia, Politecnico di Torino, Consulenti Tecnici di Parte Civile durante l'Azione Istruttoria
Donato FIRRAO, docente di Tecnologia dei materiali metallici, Politecnico di Torino, Componente del Collegio Metallografico- Frattografico di Consulenza Tecnica di Ufficio durante l’Azione Istruttoria
Giovanni BRANDIMARTE, Direttore dell'Istituto di Chimica degli Esplosivi di Mariperman, La Spezia, dal 1985 al 2006, Componente del Collegio Ballistico-Esplosivistico durante l'Azione Istruttoria
Ramon CIPRESSI, Marco DE MONTIS, Consulenti e giornalisti freelance
Erasmo CARRERA, docente di Costruzioni e strutture aerospaziali, Politecnico di Torino
In allegato, l’invito stampa.
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