In scena una figura femminile, Fortunata, al contempo donna e masca, prepara il desco in onore dei defunti; accanto a lei, sua madre è in muta agonia. E’ il due di novembre, il giorno, come vuole la tradizione contadina, del ritorno dei morti. Fortunata li invoca perché accolgano benignamente la madre e la sua preghiera è così forte da evocarne la presenza: compaiono tre spiriti, si chiamano Spirito, Fango e Rugia, e faranno onore alla tavola. Racconteranno, a quadri, la vita rurale del tempo che fu, in una laica veglia per la Terra, in un terragno guazzabuglio di realtà ed immaginazione, in un impasto sanguigno di piemontese ed italiano.
Il testo di Orlando Manfredi è stato uno dei finalisti al Premio Nazionale Drammaturgia "Oltreparola" 2006 e secondo classificato al concorso letterario "Stefano Marello" 2006.