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28/03/2011Politecnico di Torino
 
 
IL POLITECNICO DI TORINO LANCIA IL PROGETTO “SMART & SOCIAL”
 
Tecnologie intelligenti al servizio della società per una nuova agenda di ricerca.
 
Il Politecnico di Torino ridisegna la propria struttura, gli obiettivi didattici e di ricerca ed il suo ruolo nel sostegno ai processi di sviluppo.

Il rettore del Politecnico di Torino, Francesco Profumo, ha anticipato che in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico, che si svolgerà lunedì 28 marzo, presenterà, insieme ad un positivo bilancio d’ateneo, un nuovo indirizzo strategico che completa la consolidata capacità del Politecnico di offrire ricerca e didattica di eccellenza con la volontà di includere grandi e piccoli problemi sociali tra gli obiettivi verso cui indirizzare i propri sforzi di ricerca.

Prima d’introdurre il progetto “Smart & Social”, il rettore Francesco Profumo ha illustrato i risultati raggiunti dall’Ateneo: “Il Politecnico ha approvato un bilancio di previsione 2011 pari a oltre 380 milioni di euro di cui soltanto il 31% (119 milioni) proviene da finanziamenti ministeriali correnti MIUR (FFO), mentre la restante parte viene reperita autonomamente, su base competitiva. L’Ateneo nella ripartizione della quota premiale, ossia per la qualità espressa, è risultato nel 2010 la prima università in Italia, con una quota di premialità pari ad oltre 19 milioni, un quadro che comunque ci ha permesso, nonostante per l’anno 2011 sia prevista una ulteriore riduzione del finanziamento ministeriale, di non incrementare le tasse degli studenti per l’anno accademico in corso”. 

Nelle ultime settimane il Politecnico ha ottenuto un ulteriore riconoscimento con il finanziamento del progetto da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e della Città di Torino che investiranno 180 milioni nella ristrutturazione delle ex-Officine Grandi Riparazioni (OGR) e con la costruzione di un Centro Congressi con sale plurifunzionali, di cui una da 5.000 posti, che diventeranno parte integrante del Campus, con spazi dedicati alla ricerca  (15.000 mq e sono previsti inizialmente 1.200 nuovi posti di lavoro), alla cultura, alle attività congressuali e al loisir.

Contemporaneamente la Regione Piemonte, la Città di Torino, la Compagnia di San Paolo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e il Politecnico hanno lanciato un altro grande progetto, la realizzazione di un centro per le Smart Energy, che nascerà nell’area ex-Westinghouse, con un investimento di circa 15 milioni e che accoglierà gli studenti e i ricercatori che contribuiranno allo sviluppo della Smart and Green City.

Il rettore Francesco Profumo ha quindi introdotto le linee guida del nuovo progetto “Smart & Social” che sarà discusso in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico con il sindaco Sergio Chiamparino e con il prof. Ricky Burdett della London School of Economics, esperto e studioso dei modelli evolutivi delle grandi città.

“L’Ateneo vuole mettersi al servizio di un grande progetto collettivo – sottolinea il rettore - non solo per restituire alla nostra collettività giovani preparati, creativi ed intraprendenti, ma anche per indirizzare le proprie capacità di ricerca e innovative alla soluzione dei problemi sociali emergenti. Le nostre agende di ricerca sono sempre state disegnate da un lato dalla curiosità di scienziati, dall’altro dalla volontà di contribuire al progresso ed allo sviluppo ed economico, ritengo che oggi il nostro sistema di valori e di motivazioni debba incorporare un nuovo elemento costitutivo, la volontà di affrontare e risolvere problemi che investono la nostra società, a tutti i livelli. Per questa ragione chiedo a chi ci amministra di lavorare insieme alla definizione della nostra agenda di innovazione sociale (social innovation agenda), con cui intendiamo rinnovare le energie di una grande Scuola di Architettura e di Ingegneria, come quella che ho l’onore di guidare ed insieme contribuire a creare la migliore Torino, tra quelle che sapremo immaginare”.

In primo luogo, quindi, una social innovation agenda, guidata dalla volontà di affrontare problemi di rilevanza sociale: riduzione delle emissioni attraverso le tecnologie pulite e le infrastrutture intelligenti per la mobilità di cose e persone, la realizzazione di modelli urbani, di abitazione e di utilizzo dell’energia più sostenibili, una sanità più efficiente, un welfare più equo e tecnologico per la società che invecchia e per le persone in condizioni di disagio.

L’ateneo ha già mosso i primi passi verso la visione “Smart & Social”. Da un lato avviando il processo di Rendicontazione Sociale delle sue attività, dall’altro progettando nuove modalità di ascolto dei problemi della città e del territorio: “I cittadini e le associazioni che lavorano per l’assistenza potranno segnalare direttamente al Politecnico problemi da risolvere connessi al vivere quotidiano delle persone in condizioni di disagio o di debolezza, cui i ricercatori del Politecnico cercheranno di dare risposta attraverso le nuove tecnologie per il sociale ed un modello inclusivo ed aperto di definizione dell’agenda di ricerca dell’Ateneo. La prima fase del progetto potrà essere direttamente sostenuto dai cittadini destinando a questi progetti il 5 per mille attraverso la dichiarazione dei redditi”.

Il rettore ha anche voluto sottolineare come una simile sfida sia anche il fondamento concettuale di una profonda riorganizzazione del sistema di competenze del Politecnico. “È evidente che la riorganizzazione delle nostre competenze non può che riflettersi in un nuovo disegno organizzativo e di governo del nostro Ateneo, riflessione che il Senato Accademico ha già avviato e che è oggetto di un attento lavoro da parte delle commissioni preposte”.

Infine, il Rettore ha dedicato una riflessione al processo di riforma del sistema universitario: “Abbiamo responsabilmente accettato di non porre pregiudizialmente la questione delle risorse, per questa ragione ci sentiamo oggi legittimati a pretendere che il processo di riforma venga sostenuto con consistenti risorse aggiuntive per quegli atenei che sapranno farsi interpreti di un nuovo modello di accademia, insieme radicata ed internazionale, aperta e selettiva, autonoma e responsabile. Siamo disposti a percorrere il sentiero tracciato dalla riforma, ma pretendiamo di sapere ciò che è in gioco e quali sono le condizioni per ottenerlo. Senza regole chiare, non derogabili ex-post, non siamo disposti a metterci in gioco e non possiamo chiedere alle Istituzioni del territorio di farlo insieme a noi”.
 

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