L'Ufficio della Pace di Alba, svolgendo il proprio ruolo istituzionale, si è interpellato in questi giorni sulla guerra in Libia, nella quale l'Italia è parte attiva.
“Ancora una volta è stato avviato un conflitto con il pretesto di difendere la popolazione civile, ma quando si contano le vittime sono proprio i civili la stragrande maggioranza.
Anche se verremo giudicati utopisti e faciloni vogliamo dire forte che la guerra non è e non potrà mai essere un mezzo per risolvere i problemi e chiediamo a uomini e donne di buona volontà di riflettere e di farsi parte attiva perché la guerra sia cancellata dai mezzi per risolvere le controversie.
La guerra in Libia può ancora essere bloccata se si mettono in gioco tutte le possibilità di pressione diplomatica, di interposizione non violenta e se si abbandonano gli interessi economici che in una guerra sono sempre sottesi.
Bisognerebbe avere il coraggio di affidare all'Unione Africana un ruolo diplomatico determinante per giungere ad un cessate il fuoco immediato e rispettato da tutte le parti.
Bisognerebbe fare un serio esame di coscienza sulle responsabilità dei governi occidentali, Italia per prima, nell'aver favorito il riconoscimento istituzionale di un tiranno come Gheddafi.
Bisognerebbe affidare all'ONU potere e mezzi economici che gli consentano una politica di Pace.
Bisognerebbe rivedere il modello di sviluppo economico modulandolo in condizioni che consentano ai Paesi poveri una vita dignitosa nei propri territori.
L'Ufficio della Pace da anni lavora perché questi “bisognerebbe” diventino progetti ed oggi nel pieno di una nuova guerra ripropone queste urgenze, consapevole che verranno colte soltanto se molte persone comuni sapranno farle proprie.
Cerchiamo di partecipare al dolore per questi nuovi morti in guerra e lasciamoci trasportare in azioni di Pace.
Ricordiamo che mentre inizia questa nuova avventura l'Italia è impegnata già da 10 anni nella guerra in Afghanistan, con enorme dispendio di energie e di risorse economiche, una guerra che ha ‘prodotto’ 40.000 vittime e non ha raggiunto alcuno degli obiettivi per cui era cominciata.
L’Ufficio della Pace avanzerà nei prossimi giorni una richiesta alla Tavola della Pace affinché inserisca il ritiro delle truppe dall'Afghanistan nelle motivazioni della Marcia della Pace che si terrà il 25 settembre da Perugia ad Assisi”.