Il New England Journal of Medicine ha chiesto all'Ematologia universitaria dell'ospedale Molinette di Torino (diretta dal professor Mario Boccadoro) nella persona del professor Antonio Palumbo ed all'Harvard University di Boston di scrivere una review (Medical Progress) sul Mieloma Multiplo. L'articolo dal titolo “Multiple Myeloma” è stato pubblicato nei giorni scorsi e fa il punto sui recenti progressi medici nel campo della suddetta patologia. Il New England Journal of Medicine è la più prestigiosa rivista scientifica internazionale e con più alto impact factor nel campo della Medicina. Tutto questo ha il significato di un riconoscimento internazionale del ruolo di riferimento mondiale per l'Europa e gli Stati Uniti dei centri di Torino e Boston in questa patologia. Numerosi altri articoli scientifici recentemente pubblicati dai due gruppi hanno cambiato la terapia di questa malattia. Il mieloma multiplo è un tumore tipico dell’età più avanzata. E' il secondo più frequente tumore ematologico. Colpisce circa 9 persone su 100.000 ed è caratterizzato dalla proliferazione di plasma cellule maligne a livello del midollo osseo. Negli ultimi anni la ricerca ha compiuto numerosi passi avanti, grazie all’introduzione di nuovi farmaci, quali la talidomide, la lenalidomide e il bortezomib. Questi farmaci hanno avuto un ruolo fondamentale nel migliorare la terapia del mieloma multiplo, ampliando la gamma di opzioni disponibili e portando ad un significativo aumento della sopravvivenza. L’articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine evidenzia il ruolo delle diverse terapie nelle diverse fasi di malattia e l’impatto che queste hanno avuto sul miglioramento della prognosi. In particolare è stato descritto come i nuovi farmaci in associazione con il trapianto di cellule emopoietiche staminali possano rappresentare una speranza di cura nei pazienti più giovani e come sia necessario modulare il trattamento nei pazienti più anziani e più fragili, per ridurre in modo significativo le tossicità indotte dalle terapia e di conseguenza il rischio di patologie (infezioni, ecc.) farmaco relate. Questi risultati sono stati raggiunti grazie all’istituzione di strutture specialistiche in grado di affrontare patologie complesse, ma soprattutto dedicate unicamente all’organizzazione di specifici percorsi diagnostico - terapeutici. Fondamentale per il successo di queste ricerche sono stati, e sono tuttora, gli sforzi di riorganizzazione sanitaria volti alla creazione di strutture ad alta valenza specialistica. Particolare importanza ha rivestito la collaborazione tra numerosi centri ematologici italiani (oltre 50) e numerose istituzioni europee e statunitensi. La creazione di una rete di collaborazione internazionale ha permesso di rendere più veloce il raggiungimento di importanti progressi scientifici. Lo sviluppo di strutture ad alta specializzazione e di collaborazioni internazionali permette di effettuare oggi terapie che saranno normalmente disponibili solo tra 2/4 anni.