Le imprese e i contribuenti fiscali sono oppressi dal fisco, come ha dichiarato Giulio Tremonti? Siamo convinti di sì, ma storciamo il naso quando a gridare allo scandalo è chi ricopre l’incarico di ministro dell’Economia da ormai tre anni, avendo peraltro svolto tale ruolo per sei anni e mezzo nell’ultimo decennio. Non è stato poi questo Governo a proclamare lo scorso anno, con la manovra estiva, una finta guerra santa all’evasione fiscale, il cui effetto è stato solo quello di rendere ancor meno equilibrato il rapporto tra i contribuenti onesti e l’erario? Futuro e Libertà, ha presentato alla Camera dei Deputati un pacchetto di misure di semplificazione fiscale, a maggiore tutela dei diritti e delle garanzie dei contribuenti. Se c’è davvero la volontà politica d’intraprendere un piano di alleggerimento degli oneri tributari, è auspicabile che il Parlamento discuta la proposta di FLI, la adotti o la assuma come base di discussione per una riforma condivisa.
L'emendamento propone di consentire l’accesso alla contabilità semplificata (oggi permessa alle imprese con ricavi fino a 500mila euro) a tutte le imprese con ricavi non superiori al milione di euro. In questo modo, più del 90 per cento delle imprese italiane vedrebbe sensibilmente semplificati gli adempimenti fiscali.
Si chiede poi l'abolizione delle recenti norme che hanno introdotto l’inaccettabile principio del “solve et repete” (prima paghi e poi contesti). Se si considerano le percentuali di soccombenza delle amministrazioni pubbliche innanzi ai giudici tributari – superiori al 50 per cento, secondo i dati della Presidenza del Consiglio di giustizia tributaria relativi al periodo 2005-2007 – si comprende quanto le misure in oggetto finiscano per colpire un’enorme platea di contribuenti incolpevoli. Dopo quanto tempo costoro si vedranno restituiti dall’erario le somme ingiustamente versate? Perché lo Stato deve “far cassa” ai danni dei cittadini onesti?
Ancora, l’emendamento propone di estendere la previsione contenuta nell’articolo 50 del Dpr 602/73 – che impone all’agente della riscossione, prima di intraprendere un’azione esecutiva, di notificare un ulteriore atto recante l’intimazione al pagamento entro 5 giorni – anche ai provvedimenti cautelari (fermo amministrativo, ipoteca, pegno). Troppe volte, infatti, Equitalia pone in essere tali misure cautelari senza alcun preavviso, con la conseguenza che molti contribuenti subiscono senza preavviso il fermo del proprio veicolo o iscritta un ipoteca su un immobile, in ragione di una cartella asseritamente notificata anni prima.
Infine, una proposta che “bonifichi” la palude degli studi di settore, con un riordino complessivo della materia sulla base dei seguenti principi: qualificazione degli studi di settore come elementi di selezione per le verifiche fiscali e non come presupposto di accertamento automatico; previsione che, ai fini dell’accertamento, l’ufficio accertatore abbia l’onere di motivare e fornire elementi di prova per avvalorare l’attribuzione al contribuente dei maggiori ricavi o compensi derivanti dall’applicazione degli studi di settore; codificazione (un unico testo di legge, insomma) della normativa primaria riguardante la materia, con esplicita indicazione delle norme abrogate.
Venerdì 6 maggio anche Futuro e Libertà della provincia di Cuneo manifesterà davanti agli uffici di Equitalia contro uno stato di polizia fiscale che viola gli elementari diritti dei contribuenti punendo sempre chi paga le tasse ed ignorando i grandi evasori fiscali: "tasse eque sì Equitalia no".