“Infezioni correlate all’assistenza (ICA): formazione e informazione a pazienti, parenti, volontari, care-giver” è il tema del convegno in programma giovedì 5 maggio nell’aula del Museo di Scienze Naturali di Torino (via Giolitti 36) organizzato da ASL TO2, Simpios (Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie) e Aspic (Associazione Studio Paziente Immunocompromesso).
Il 5 maggio è per l’Organizzazione Mondiale della Sanità la giornata mondiale dell’igiene delle mani, la più importante misura di controllo per prevenire quella che è ormai considerata come una delle complicanze più frequenti e gravi dell’assistenza sanitaria.
Le complicanze infettive, infatti, rappresentano un’importante causa di morbosità e mortalità per i pazienti assistiti, sia in regime di ricovero sia ambulatoriale, presso ospedali, strutture ambulatoriali e strutture socio-assistenziali: possono influenzare negativamente l’esito dei processi di diagnosi e cura e sono responsabili di ingenti costi aggiuntivi per il sistema sanitario nazionale e per il paziente stesso.
In Italia, si stima che dal 5 all’8% dei pazienti ricoverati (450 – 700 mila persone) sia colpito ogni anno da un’infezione correlata all’assistenza (principalmente infezioni urinarie, infezioni della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi) e che per 4500 - 7000 soggetti l’infezione sia la causa principale o accessoria di morte. L’impatto economico sul sistema sanitario è superiore a 1 miliardo di euro l’anno e l’onere maggiore è rappresentato dal prolungamento della degenza; il 7,5 - 10% delle giornate di ricovero è, infatti, imputabile all’insorgenza di una complicanza infettiva.
Poiché l’applicazione di un programma efficace di interventi di sorveglianza e controllo può prevenire fino al 30% delle infezioni ospedaliere, questi dovrebbero rientrare fra gli obiettivi prioritari delle politiche di miglioramento della qualità e di gestione del rischio in Sanità.
Dati i costi elevati, sia in termini di salute sia economici, che le ICA comportano, le organizzazioni sanitarie affrontano la questione con impegno crescente. La Regione Piemonte, in particolare, è tra le più attive a livello nazionale e coordina da anni attività di sorveglianza e controllo delle ICA con risultati significativi.
Ma l’informazione sull’argomento ne coglie spesso solo gli aspetti negativi ed allarmistici, inquadrati come ulteriori fenomeni di “malasanità”. Il primo obiettivo del convegno è, pertanto, identificare forme di comunicazione corrette per informare su quanto viene fatto, su quanto si deve ancora fare, e anche su quello al riguardo.
Accanto al’informazione, poi, diventa sempre più importante la formazione di figure, come i volontari, non professionalmente coinvolte in attività sanitarie ma ugualmente vicine agli utenti e in grado di agire da intermediari tra operatori ed assistiti. Il secondo obiettivo del convegno è quindi individuare, per i professionisti che si occupano di prevenzione del rischio infettivo in sanità, modalità di coinvolgimento e formazione delle Associazioni di Volontariato (corsi, opuscoli e dépliant, video, miglior definizione dei consensi informati, cartellonistica e poster in sedi particolari delle strutture sanitarie), recependone i punti di vista e gli indispensabili suggerimenti.
In allegato il programma del convegno