Per la prima volta in Italia sono stati trapiantati due polmoni non utilizzabili guariti e rigenerati con una nuova e rivoluzionaria tecnica denominata EVLP (Ex Vivo Lung Perfusion System), presso l'ospedale Molinette di Torino. Unica volta al mondo questa tecnica era stata usata poco tempo fa a Toronto.
Nella notte tra giovedì e venerdì scorso un'équipe di cardiochirurghi dell'ospedale Molinette ha prelevato i polmoni di un uomo di 51 anni di Biella, deceduto per asfissia da corpo estraneo. I due polmoni edematosi, come nella maggior parte delle situazioni, non sarebbero stati utilizzabili per un trapianto, essendo affetti da grave edema polmonare ed avevano progressivamente ridotto la loro capacità di scambio respiratorio. I due organi, trasportati a Torino, sono stati preparati su un banco della sala operatoria della Cardiochirurgia delle Molinette (diretta dal professor Mauro Rinaldi) ed inseriti in vitro in una specie di “scatola magica” in plexiglass, che mantiene la sterilità e consente una ventilazione dolce ed una perfusione che permette la valutazione e la rigenerazione ex-vivo al di fuori dell'organismo umano. Questa tecnica è stata utilizzata dall'équipe del professor Marco Ranieri (direttore della Rianimazione universitaria 1 dell'ospedale Molinette di Torino). Dopo 5 ore di questo innovativo e rivoluzionario trattamento denominato EVLP (ex vivo lung perfusion system), durante le quali il polmone ha respirato ed è stato perfuso artificialmente in questa camera di ricondizionamento, i test funzionali hanno confermato che i due polmoni erano guariti, “resuscitati” e pronti per essere trapiantati.
Nella sala operatoria limitrofa era pronta una paziente di 42 anni della provincia di Salerno, affetta da insufficienza respiratoria terminale per fibrosi cistica, che aveva bisogno di trapianto urgente di entrambi i polmoni. L'intervento, realizzato in un tempo record di 5 ore dal professor Mauro Rinaldi (direttore della Cardiochirurgia dell'ospedale Molinette) è tecnicamente riuscito. Attualmente la paziente è ricoverata nella Terapia Intensiva (diretta dal professor Marco Ranieri) con un normale decorso post-operatorio ed è stata estubata nella giornata di ieri.
Il trapianto polmonare rappresenta l'unica soluzione per il trattamento dell'insufficienza respiratoria terminale. Il suo principale limite al suo impiego estensivo è dato dalla scarsità di polmoni idonei. Dati internazionali indicano che la percentuale di idoneità dei polmoni è intorno al 20% ed in Italia tale percentuale è addirittura del 7%. Tutto ciò ha un notevole impatto sulla durata del periodo di attesa e sulla mortalità in lista dei pazienti che aspettano un trapianto di polmone, che risulta essere la più alta, se confrontata a quella dei pazienti in attesa di trapianto di altro organo solido. Numerose sono le strategie che possono essere adottate per cercare di fronteggiare la disparità donatore – ricevente, pur tuttavia senza un impatto clinico significativo allo stato attuale.
In questo contesto si colloca la suddetta innovativa e rivoluzionaria tecnica di ricondizionamento ex-vivo (EVLP), che ha tre principali obiettivi: preservazione, valutazione e ricondizionamento del polmone prima del trapianto. Questa metodica permette di incrementare significativamente (raddoppiare) la quota di organi idonei al trapianto polmonare, attraverso la “rigenerazione” do organi cosiddetti “marginali” o addirittura giudicati inizialmente non idonei al trapianto e renderli, dopo trattamento, adatti all'impianto. Con questa metodica si ottiene quindi un significativo aumento del numero di polmoni che possono essere utilizzati per il trapianto con una evidente ripercussione positiva sulla durata del tempo in lista di attesa ed una riduzione della mortalità in lista.
Il progetto EVLP delle Molinette è il risultato di una partnership tra l'Università degli Studi di Torino ed il Toronto General Hospital, Università di Toronto, dove la metodica è stata descritta ed applicata per la prima volta.