Da qualche tempo il parroco di una chiesa di DIANO D’ALBA si era accorto di strani ammanchi di ostie sconsacrate prelevate dai “soliti ignoti” in un armadio della sacrestia adiacente alla stessa parrocchia.
I furti di ostie, seppur di scarsa rilevanza economica, creavano comunque problemi alla celebrazione delle funzioni religiose dal momento che si è persino rischiato di non poter dire messa perché erano state precedentemente rubate durante l’orario di apertura ai fedeli della chiesa.
Il sacerdote si è rivolto quindi ai Carabinieri della Stazione di DIANO D’ALBA per denunciare i ripetuti furti di ostie perpetrati in chiesa facendo anche installare un impianto di videosorveglianza che inquadrava la parrocchia e la sacrestia.
Pochi giorno dopo l’ennesimo furto di ostie, questa volta però i Carabinieri chiamati dal parroco sono immediatamente intervenuti acquisendo i filmati del sistema di registrazione della videosorveglianza nelle ore in cui si presumeva avessero agito i ladri.
Dalle immagini acquisite dai militari si nota con estrema chiarezza che due ragazzi entrano in chiesa e quindi nella sacrestia durante l’apertura ai fedeli in un momento nel quale non vi era né il prete e né altre persone presenti all’interno e rubano una cinquantina di ostie sconsacrate da un cofanetto riposto in un armadio senza asportare altro e, subito dopo, a gambe levate escono dalla parrocchia come se niente fosse.
I Carabinieri riconoscono entrambi gli autori del furto, si tratta di due studenti delle medie incensurati che abitano in paese un 14enne ed un 13enne e li convocano poi in caserma accompagnati dai genitori.
Per il ragazzo che ha già compiuto i 14 anni è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di TORINO per il reato di furto in luogo di culto, invece per il suo complice minore di 14 anni (pertanto giuridicamente non imputabile) è stata inoltrata dai Carabinieri comunque una segnalazione alla stessa Autorità Giudiziaria minorile e, al termine degli accertamenti, i due adolescenti, che non hanno fornito alcuna giustificazione circa i furti di ostie da loro commessi, sono stati affidati ai propri genitori.