Il Politecnico di Torino celebra i suoi 150 anni e oggi i testimoni materiali della cultura politecnica, di arte e di scienza, di innovazioni e di progetti, si presentano e narrano in un volume le proprie storie, fatte di documenti ma soprattutto di immagini, offrendo al pubblico nuove suggestioni e inattese rivelazioni.
“Disegnare, Progettare, Costruire. 150 anni di arte e scienza nelle collezioni del Politecnico di Torino” sarà presentato lunedì 9 novembre alle 18 presso il Salone d’Onore della Fondazione CRT. Interverranno Andrea Comba, Presidente della Fondazione, Francesco Profumo, Rettore del Politecnico di Torino, Vittorio Marchis, curatore del volume e Ordinario di Storia della Scienza e delle Tecniche del Politecnico di Torino e Giovanni Romano, curatore della collana Arte in Piemonte della Fondazione CRT e Ordinario di Storia dell’Arte Moderna dell’Università di Torino.
“L’edizione di questo volume dà ora la possibilità a un vasto pubblico di conoscere i tesori di un patrimonio culturale che probabilmente è sconosciuto a chi non ha vissuto in prima persona l’esperienza politecnica”, afferma Francesco Profumo. “Scopo del volume è il tracciare la storia del Politecnico di Torino, a partire dalle origini delle scuole di ingegneria sino a oggi, attraverso le testimonianze materiali, di documenti, ma soprattutto di oggetti, che hanno accompagnato il divenire di questa città che a pieno diritto è una città di macchine e di industrie”, aggiunge Vittorio Marchis.
Il volume è il 24esimo della collana Arte in Piemonte, dedicata alla conoscenza e alla tutela del patrimonio storico artistico del nostro territorio. Pubblicata da Fondazione CRT e diretta da Giovanni Romano, la raccolta è arricchita da saggi e contributi di illustri studiosi. “I singoli volumi hanno seguito un’alternanza di temi e di ambiti territoriali di ricerca – spiega Andrea Comba - che costituiscono un ideale contrappunto all’attività svolta dalla Fondazione CRT nel campo del restauro e della valorizzazione dei beni culturali: attività che, accanto ai grandi interventi sui monumenti torinesi e sulle residenze e collezioni Sabaude, ha sempre riservato grande attenzione al patrimonio storico artistico diffuso sul territorio delle due regioni, della cui ricchezza, importanza e complessità si sta acquisendo sempre maggiore consapevolezza”.