E’ l’incubo dei frutticoltori e non solo. Tutta la filiera frutta fresca e l’indotto di un intero territorio sono in apprensione per la diffusione di una malattia, che dall’inizio dell’anno ha già distrutto 280 ettari. L’estate calda e asciutta ha ostacolato la diffusione del batterio. Ma il momento critico si ripresenta ora. Con il freddo e la pioggia, il batterio Pseudomonas syringae pv actinidiae penetra nei rami attraverso le cicatrici di distacco delle foglie e più avanti anche dalle microlesioni provocate dal gelo. Alla ripresa vegetativa le piante infettate non riusciranno a germogliare. Quando si vedono i sintomi a primavera (la pianta non riesce più a germogliare, affogando in vistose colate di linfa), è troppo tardi per intervenire. Il controllo della malattia lo si decide tutto ora e nei prossimi mesi. Nell’incontro tecnico dell’8 novembre, il gruppo di lavoro costituito dal Servizio fitosanitario regionale, dal Creso e dall’Università di Torino presenterà le strategie della difesa per i mesi autunnali: momenti di intervento, agrofarmaci, interventi agronomici. Il tutto nasce da un programma di ricerca reso possibile dal contributo che la Fondazione CRT ha messo a disposizione della Regione Piemonte. La ricerca si svolge in laboratorio, in serre climatizzate e in pieno campo. Sono stati allestiti 3 siti sperimentali per seguire l’evoluzione delle infezioni e saggiare l’efficacia dei preparati. In questi mesi la Regione ha adottato tutte le misure necessarie per affrontare la situazione, sia dal punto di vista normativo, sia con il reperimento delle risorse per il rimborso delle spese di estirpazione delle piante infette. L’assessore regionale Claudio Sacchetto farà il punto sulla situazione presentando le misure che saranno adottate per i nuovi impianti. A seguire gli interventi dei ricercatori con le indicazioni tecniche.
La raccolta dell’actinidia termina in questi giorni. I frutti non sono immediatamente pronti al consumo, hanno bisogno di una rifinitura della maturazione in cella refrigerata. Saranno sul mercato da fine novembre fino a maggio. Sul data base dell’Osservatorio regionale per la frutticoltura stanno affluendo i dati della produzione 2011: sono attese oltre 90.000 tonnellate, un quarto della produzione italiana, il primo produttore mondiale. Una grande annata dal punto di vista della qualità: sostanza secca > 15% e indice kiwi-meter > 1 sono i riscontri analitici di gusto aroma e consistenza.