E-St@r, primo CubeSat realizzato dagli studenti e dai ricercatori del Politecnico di Torino, è stato rilasciato in orbita oggi circa 90 minuti dopo il lancio del nuovo vettore spaziale dell’ESA Vega. Il conto alla rovescia per il volo di qualifica di Vega, partito in perfetto orario rispetto alla previsione (alle 7.00 ora locale, le 11.00 ora italiana), si è concluso con uno spettacolare lancio tra le nuvole del mattino a Kourou, in Guyana Francese. Superati con successo i primi minuti di volo, i più delicati, Vega è entrato nello spazio. Il primo ad essere rilasciato in orbita è stato il satellite del’ASI LARES. Circa 16 minuti più tardi, è stata la volta del satellite ALMASat-1 dell’Università di Bologna e dei sette CubeSat universitari, tra cui E-St@r. I CubeSat sono stati rilasciati in un’orbita ellittica circa con un’altitudine minima di 300 e massima di 1.450 km.
E-St@r è un piccolo satellite costruito appunto secondo gli standard dei CubeSat, una classe di nano satelliti cubici delle dimensioni di 10 cm di lato e una massa di circa un chilogrammo. Si tratta del primo nano satellite del Politecnico e, in generale, del primo CubeSat universitario italiano in orbita, insieme a quello dell’Università di Roma La Sapienza. Il progetto di E-ST@R nasce nel 2009, finanziato con i fondi per la progettualità studentesca e guidato dall’ing. Sabrina Corpino dell’AeroSpace System Engineering Team (ASSET) del Politecnico, coordinato dal prof. Sergio Chiesa. In questi anni, al progetto hanno partecipato più di 100 studenti, tra gruppi di lavoro attivati durante i corsi, progetti di tesi di laurea e di dottorato.
Ora inizia il vero test per il lavoro degli studenti: una volta intercettato il segnale del satellite e verificata la sua funzionalità, il team inizierà nei prossimi giorni la verifica del sistema installato su E-St@r per risolvere uno dei principali problemi dei satelliti a basso costo, cioè il controllo dell’assetto. Un sistema attivo che, se funzionante, potrà essere applicato ad altri CubeSat, perfezionando quindi questa classe di satelliti anche nell’ottica di una loro possibile applicazione industriale, che oggi fatica ad affermarsi anche per la carenza di un preciso sistema di orientamento. I risultati sui test si avranno nel giro di alcuni mesi, ma già entro pochi giorni potrà essere verificata la ricezione del segnale dall’orbita, attraverso la Stazione dell’Associazione Radioamatori di Bra, che diventerà il quartier generale del team.