Nei giorni scorsi sono apparsi nelle bacheche delle affissioni comunali di Rivalta alcuni manifesti che raffigurano un feto nel grembo materno con la scritta «Tu eri così a 11 settimane».
L'amministrazione comunale, pur rispettando l'opinione di tutti e garantendo la libertà di espressione, esprime una netta contrarietà verso il messaggio veicolato dalla campagna. L'immagine e le parole puntano il dito contro la scelta di tante donne e di tante coppie, senza conoscere le storie e le motivazioni che sono alla base di quella scelta.
Oltretutto, la campagna dei manifesti comparsi a Rivalta colpevolizza e scarica tutta la responsabilità di un'interruzione di gravidanza sulla donna, senza riflettere su quanto sia difficile il percorso che porta una persona a scegliere di abortire e senza immedesimarsi nei panni di tutte quelle donne che hanno subito un aborto spontaneo.
La 194/78, “Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza”, da quarant'anni riconosce alle donne il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza. È una legge dello Stato, confermata anche da un referendum nel 1981. Una legge che garantisce a tutte le donne la libertà di scelta e l'autodeterminazione, che non considera l'aborto come un diritto privato e personale ma come questione che va affrontata sotto il profilo sociale e che, come è scritto nel suo primo articolo «riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana fin dal suo inizio».
In quarant'anni la Legge 194 ha diminuito la clandestinità degli aborti e ha quasi eliminato il rischio di mortalità per madri e figli. Le interruzioni volontarie di gravidanza, da quando è entrata in vigore la Legge 194, sono diminuite: nel 1983 erano 233.976, nel 2013 sono scese a 102.760, nel 2016, in base all'ultima rilevazione Istat disponibile, sono state 84.874.
Mettere in discussione una legge dello Stato, frutto di anni di battaglie sociali, politiche ed etiche rischia di ledere il diritto alla libera scelta di tutti gli individui e di far fare passi indietro alla nostra società e alla nostra cultura.
Per questo, nei prossimi giorni, il sindaco di Rivalta Nicola de Ruggiero sarà nei mercati cittadini per una campagna di informazione sulla Legge 194.