Oscar Luigi Scalfaro ci ha lasciati. Fu presidente dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia “Ferruccio Parri” dal 2001 al 2011, prima di cedere l’incarico, nel giugno scorso, al prof. Valerio Onida. In occasione dell’avvicendamento il presidente Scalfaro vergò queste brevi parole dal sapore quasi profetico di testimone di un tempo che aveva vissuto e che tramandava alle giovani generazioni «[...] il nostro Istituto studia e approfondisce tutte le pagine della lotta di liberazione. È un fatto storico che a poco a poco non può non risentire del tempo che passa, ma la ragione profonda e viva che tiene vivo e attuale l’Istituto è la difesa della libertà e della giustizia. Sono i due canali che generano la Pace, per la quale la nostra Costituzione ci richiama alla fedeltà assoluta all’articolo 11: L’italia ripudia la guerra [...]». Con queste brevi frasi vale la pena ricordare la storia di un uomo che ha accompagnato con la sua vita la crescita dell’Italia dagli anni bui della fine della seconda guerra mondiale, alla nascita della Repubblica e della Costituzione per arrivare fino ai giorni nostri passando per le crisi economiche e di costume. Figura di alto profilo morale, rispetto ai canoni attuali cui siamo abituati, ha improntato la sua attività al servizio dell’istituzione e del suo paese. Il suo incipit «io non ci sto» sia da stimolo ad una vera e propria rinascita culturale, economica e di costume del nostro paese, quello che, proprio loro, novelli padri della patria, hanno saputo costruire nel secolo scorso.