Quest’estate riscopriamo il territorio! Non è uno slogan e nemmeno uno spot pubblicitario, ma l’invito a utilizzare i mesi delle vacanze per addentrarci in un territorio, magari nemmeno troppo distante da casa, ma spesso a noi sconosciuto. Piccoli paesi, villaggi, frazioni nei quali, a volte, si parla il nostro stesso dialetto, che mai abbiamo visitato, che sono privi di strutture turistiche ma che, sicuramente, possiedono delle caratteristiche che meritano una sosta, un viaggio, una presenza. In estate l’Italia si trasforma e le tante pro loco e i tanti comitati manifestazioni che agiscono un po’ ovunque si danno da fare per organizzare intrattenimenti, per proporre, attraverso sagre e feste, il meglio che ogni località sa offrire.
Questa è l’occasione per andarci: non solo perché si possono trascorrere dei giorni quasi a costo zero, ma anche perché è il sistema migliore per valorizzare il territorio e aiutare il turismo, un tempo si sarebbe detto minore, a crescere e a prendere impulso per migliorare ancora. Andar per sagre, dunque, non solo per gustare un piatto tipico o per vivere una serata di festa, fra musiche e intrattenimenti, ma anche per sottolineare l’importanza del turismo reale, il valore della piazza con i suoi dialetti, i suoi profumi, i suoi sapori.
Per anni tutto questo è stato quasi scordato o sottovalutato, quasi si trattasse di una “cosa da poveri” ormai fuori moda, ora tutto sta cambiando, anche sotto il profilo dell’offerta. Così si rivaluta il particolare e si dà impulso a quanto anche le località minori sanno offrire: l’Italia, con i suoi ottomila e passa comuni, è in grado di rispondere, ovunque, a questa esigenza. Non vi è provincia che, nei mesi estivi, non annoveri, quasi quotidianamente, località in festa. È il caso di valorizzare al meglio questo patrimonio, di creare una rete che, dalla valle d’Aosta alla Sicilia, offra un’Italia nuova, genuina, non “taroccata” da un virtuale ormai fuori moda: è la sfida migliore che il turismo “vero” offre in anni di crisi per aiutare il nostro Paese. Certo è necessario che tutte le potenzialità dei territori entrino in sinergia tra loro, che nasca una collaborazione in grado di accentuare l’attenzione e di offrire più spunti per la sosta e la presenza. Poi il “ciclo virtuoso” si attiverà da solo e i risultati sicuramente arriveranno. Questa è la sfida vera che il turismo deve sentire propria: non sono sufficienti le grandi manifestazioni per riattivare un ciclo virtuoso, è necessario che tutto il territorio venga rivalutato e sia messo in grado di contribuire al rilancio del settore. Oltretutto si tratta di un progetto a costo zero: è il mondo del volontariato, soprattutto nelle località minori, che realizza le manifestazioni e che se ne fa carico: valorizzare questo enorme patrimonio umano composto da migliaia e migliaia di persone che, senza costi e senza nulla percepire, si danno da fare per valorizzare i propri paesi vuol dire anche aiutare l’economia a crescere e a trovare nuovi impulsi. In questa sfida il turismo all’aria aperta è in grado di svolgere un ruolo centrale, proprio per la sua duttilità, per la facilità di mobilità ed anche per l’assenza di strutture che richiede: sottolineare questo significa anche individuare un elemento “forte” e decisivo nella programmazione turistica italiana oltre a sottolineare l’importanza crescente che il settore ricopre e questo è un indice di grande soddisfazione.
Beppe Tassone