“Il Comune di Alba non ha un euro di debito. Approvando il bilancio consuntivo lo scorso 30 aprile l’Amministrazione ha anticipatamente estinto tutti i debiti. Questo risultato è stato ottenuto nonostante il dimezzamento dei trasferimenti statali. Avevamo 6 milioni di euro di contributi governativi, in tre anni sono scesi a 3 milioni”. Lo dice il sindaco di Alba Maurizio Marello, intervenendo all’Assemblea generale 2012 di Confindustria Cuneo sul tema “Rigore & Crescita”. In precedenza la presidente di Confindustria Cuneo Nicoletta Miroglio aveva accusato gli enti locali di essere “incapaci di ridurre i loro costi”.
Alla presenza del presidente nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi, il sindaco ha risposto: “Non tutti gli enti locali sono uguali, così come non tutte le imprese sono uguali. Molte amministrazioni hanno fatto come noi. Sono quelle stesse che hanno il vincolo del Patto di stabilità, un vincolo tremendo, assurdo perché abbiamo i soldi in cassa ma non possiamo far partire tutti quei cantieri che vorremmo far partire. Lì c’è la possibilità concreta di un avvio vero del rilancio del paese e della crescita. Consentire agli enti locali che oggi si chiamano virtuosi di creare un volano attraverso il quale rilanciare il lavoro nella sua concretezza. Attraverso le vostre imprese sapete che la crisi sta mordendo anche qui da noi, e se morde qui vuol dire che il paese è davvero in gravi difficoltà. Ne usciamo se abbiamo la capacità, che qui ad Alba abbiamo, di fare squadra tra le cose migliori del privato e le cose migliori del pubblico”.
Parlando ancora della sua gente e della sua terra, il sindaco Marello ha sottolineato: “Qui da noi, non da oggi ma da sempre, i concetti di rigore e di crescita sono stati ampiamente praticati dalle imprese, dalle famiglie, dai cittadini. Anche dalle pubbliche amministrazioni. E allora il rammarico è grande perché viene da constatare che, se tutti si fossero comportati come noi, in questo paese non avremmo il carico di debito pubblico che abbiamo. Questo lo voglio sottolineare perché continuo a vedere che, quando si cercano le ricette per uscire dalla crisi, tutto viene caricato sulle spalle delle aziende piccole e medie e degli enti locali. Non si va invece ad incidere quei centri di spreco che purtroppo hanno portato il nostro paese in questa condizione e non si mettono in discussione davvero le cose che non hanno funzionato in questi anni”.