È uscito l’ottantottesimo numero de “l’impegno”, rivista dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia. Monica Schettino delinea, nella prospettiva di un approfondimento della sua biografia in una pubblicazione ad hoc, l’affascinante figura di Anna Marengo “Fiamma”, dottoressa della 50a brigata “Garibaldi”, ricostruendo i fatti più significativi della sua vita, sulla quale ebbe un’influenza determinante l’incontro con l’ungherese Janos Beck, poi divenuto suo marito, e concentrandosi in particolare sulle sue non numerose, ma ricche di spunti di riflessione e non prive di valore artistico, prove letterarie. Claudio Borio analizza la vicenda, per decenni dimenticata dalla storiografia, dei dodici professori universitari che rifiutarono di firmare nel 1931 il giuramento di fedeltà al regime fascista, tratteggiando un quadro del mondo intellettuale italiano negli anni della dittatura, soffermandosi sulle motivazioni che spinsero la quasi totalità dei docenti a sottostare all’imposizione e identificando nella Torino laica e antifascista la comune matrice geografica e culturale dei pochi che invece vi si ribellarono.
Davide Spagnoli evidenzia il rilevante contributo dato dai comunisti italiani, figli dell’emigrazione del primo Novecento, alla Resistenza francese, individuando nell’Europa del primo dopoguerra attraversata da spinte rivoluzionarie l’ambiente in cui si formarono e ripercorrendo le storie personali di alcuni membri del gruppo guidato da Riccardo Rohregger, arrestato nel 1942 a Parigi insieme ad altri compagni, e condannato a morte per la sua attività antifascista insieme a quasi tutti gli imputati nel processo noto come “Procés de la Maison de la Chimie”. Mario Ogliaro ricorda il colonnello dei bersaglieri Aminto Caretto, di Crescentino, impegnato al fronte sul Piave durante il primo conflitto mondiale, in Eritrea e in Libia negli anni venti, nella campagna di Russia, in cui perse la vita, nel 1941-42, sempre dimostrando particolare abilità nell’addestramento e nella direzione dei suoi uomini, che guidò in battaglia con grande carisma, rigore, decisione e coraggio, guadagnando per questo numerosi riconoscimenti, tra cui, in particolare, la medaglia d’oro al valor militare.
Piero Ambrosio contestualizza l’eccezionale documento rappresentato dalle immagini dell’Archivio fotografico Luciano Giachetti - Fotocronisti Baita relative alla fucilazione di Michele Morsero, capo della Provincia di Vercelli, condannato a morte per collaborazionismo nei giorni successivi alla Liberazione. Angela Regis, in un saggio presentato insieme a Enrico Pagano nell’ambito della XXI edizione degli Incontri tra/montani nel settembre 2011, servendosi di alcune testimonianze orali e dell’importante fonte costituita dai giornali locali, definisce le modalità di approvvigionamento alimentare in Valsesia negli anni del secondo conflitto mondiale, durante i quali la vita quotidiana era dominata dalle restrizioni imposte dai provvedimenti di guerra, dall’obbligatorio conferimento all’ammasso dei generi alimentari, dall’utilizzo delle tessere annonarie e dal ricorso al mercato nero. Alberto Magnani si addentra nel tema poco approfondito delle delazioni durante la lotta di liberazione, delineando, per mezzo di una ricostruzione storica che mira ad eliminare le incrostazioni della leggenda popolare che ne accompagnano il ricordo, la vicenda biografica di Luigi Cucchi, detto “Bestiaccia”, responsabile della retata che nell’agosto 1944 portò all’eliminazione di un significativo centro di reclutamento di partigiani attivo sulla riva sinistra del Ticino. Tiziano Ziglioli prosegue nella sua analisi critica della letteratura della Resistenza, soffermandosi sul romanzo di Renata Viganò “L’Agnese va a morire”, da cui emerge una potente figura di donna, attraversata da dubbi e incertezze, ma allo stesso tempo risoluta e dotata di testarda determinazione, che, pur nella sua semplicità e spontaneità, si pone come complessa figura simbolica, mito di morte e rinascita, vittima sacrificale predestinata, figura laica del Cristo. Sabrina Contini descrive la positiva esperienza di formazione per insegnanti italiani organizzata a Parigi dal Mémorial de la Shoah, impostata sul tema della trasmissione della memoria e sulla necessità di un corretto approccio didattico al tema dello sterminio, in equilibrio tra rigore scientifico e coinvolgimento delle coscienze. La trascrizione dell’intervista a Giacinto Cipriani “Nadir” inaugura la nuova rubrica “Memorie di Piemonte”, curata da Marta Nicolo, legata all’omonimo progetto che gli istituti piemontesi per la storia della Resistenza, in collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze enogastronomiche di Pollenzo e la Fondazione Nuto Revelli, stanno portando avanti insieme alla Regione Piemonte. Infine il ricordo di Cesarina Bracco, importante figura della Resistenza biellese scomparsa lo scorso gennaio, e la consueta segnalazione dei libri ricevuti. La rivista è in vendita nella sede dell’Istituto (via D’Adda, 6, Varallo) e nelle principali librerie del territorio: singolo numero 12 euro; abbonamento annuale 20 euro; formula abbonamento annuale + tessera associativa 32 euro. Conto corrente postale per i versamenti n. 10261139, intestato all’Istituto.