Si intitola “Primavera a Tunisi” la mostra fotografica che Rosita Ferrato allestisce dal 20 al 22 maggio presso il giardino di Palazzo Cisterna, sede della Provincia di Torino (via Carlo Alberto) in occasione di FLOR16, la manifestazione florovivaista organizzata dall'Associazione Nuova Orticola del Piemonte. L'inaugurazione è prevista per venerdì 20 maggio, ore 12.
Gli scatti realizzati dalla giornalista e scrittrice torinese - coadiuvata dall'operatore e co-autore Tarek Fourati – restituiscono scorci cittadini e mosaici dalla bellezza mozzafiato, medine vitalissime e moderne, terrazze che le palme trasformano in oasi di tranquillità e accoglienza. E ancora: le vasche a cielo aperto di Gafsa, celebri reperti romani; la promenade de “L'Hammamet di Bettino”, il giardino Ibn Khaldoun, in pieno centro a Tunisi. Particolarmente suggestiva l'immagine-simbolo della mostra: il grande albero che veglia sul mosaico in ricordo delle vittime dell'attentato al Museo del Bardo, il 18 marzo 2015.
Immagini che rivelano la prepotente e rigogliosa bellezza del Paese dei gelsomini, ma capaci anche di stimolare una riflessione più ampia e profonda sulla realtà tunisina, forse l'unica che ancora oggi coltiva le speranze nate con la stagione delle Primavere arabe.
Un itinerario fotografico che ripercorre le tappe di un viaggio che Rosita Ferrato ha più volte intrapreso per comprendere la storia di un Paese che con l'Italia condivide l'anima mediterranea, cogliendo le tracce di un cambiamento che la società tunisina – a distanza di cinque anni dalla “rivoluzione dei gelsomini” del 2011 - continua a desiderare e perseguire.
Attraverso il linguaggio visivo, immediato ed efficace, Rosita Ferrato continua a narrare un Paese che conosce profondamente: alla Tunisia ha dedicato numerosi reportage di viaggio disponibili sul sito del Caffè dei giornalisti (www.caffedeigiornalisti.it), associazione culturale attenta ai temi della libertà di stampa e ai cambiamenti geo-politici in atto nei paesi che affacciano sul Mediterraneo (Tunisia, Egitto, Algeria, Libano), destinati a influenzare i futuri equilibri mondiali.