Quest'anno la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia assegnerà all'attore francese Jean-Paul Belmondo e al regista polacco Jerzy Skolimowski i Leoni d'oro alla carriera della Mostra n. 73.
Come sempre la decisione è stata presa dal Consiglio della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera, che ha deciso di attribuirne 2 anche in futuro, da qui in avanti.
Uno per premiare la carriera di un regista, produttore, sceneggiatore o appartenente al settore della realizzazione dei film e l'altro ad un attore o un'attrice ovvero a personaggi facenti parte del mondo dell'interpretazione.
Alberto Barbera, nel segnalare il nome di Jean-Paul Belmondo, ha parlato di “icona del cinema francese e internazionale che ha saputo interpretare al meglio l'afflato di modernità tipico della Nouvelle Vague attraverso gli straniati personaggi nei film di Godard, Chabrol e Truffaut. Interprete di una straordinaria versatilità che gli ha consentito di interpretare di volta in volta ruoli drammatici, avventurosi e persino comici, e che hanno fatto di lui una star universalmente apprezzata, sia dagli autori impegnati che dal cinema di semplice intrattenimento”.
Belmondo infatti ha imposto nelle sue interpretazioni la figura di un antieroe spesso indisponente e sempre affascinante, molto diverso dagli stereotipi hollywoodiani. Estroverso nel suo modo di recitare ha interpretato impeccabilmente alcuni dei migliori gangster del cinema poliziesco francese, come in Asfalto che scotta (1960) di Claude Sautet, Lo spione (1962) di Jean-Pierre Melville e Il clan dei marsigliesi (1972) di José Giovanni, ottenendo un enorme successo popolare. E' diventato infatti uno tra i più popolari attori del cinema francese. Colpito da ictus nel 2001, l'attore è tornato sul set con Un homme et son chien nel 2009, remake della pellicola Umberto D. di Vittorio De Sica. L'anno scorso è uscito un docufilm Belmondo par Belmondo in cui si ricostruisce la sua carriera.
Per quanto riguarda Jerzy Skolimowski, sempre Alberto Barbera ha dichiarato: “Skolimowski è uno dei cineasti più rappresentativi di quel cinema moderno nato in seno alle Nouvelles Vague degli anni Sessanta e, insieme con Roman Polanski, il regista che ha maggiormente contribuito al rinnovamento del cinema polacco del periodo”. Lo stesso Polanski (che lo volle accanto come sceneggiatore nel suo film d'esordio Il coltello nell'acqua), ebbe a predire: “Skolimowski sovrasterà la sua generazione con la testa e le spalle”.
L'interesse di Skolimowski per il jazz e la sua amicizia con il compositore Krzysztof Komeda lo mise in contatto con l'attore Zbigniew Cybulski e con i registi Andrzej Munk e Roman Polanski. Poco più che ventenne Skolimowski si cimentò con la scrittura, pubblicando diversi libri di poesie e racconti. Poi Skolimowski ha incontrato Andrzej Wajda, il regista più importante della dominante “Scuola polacca” e di dodici anni più grande di lui, con il quale strinse subito amicizia.
Si laureò in regia e collaborò proficuamente con Polanski.
Nel 1967 il suo film Il vergine gli valse l'Orso d'oro al Festival del Cinema di Berlino, nel 1982 con Moonlighting ottenne il Premio per la sceneggiatura al Festival di Cannes, mentre nel 2010 con Essential Killing vinse il Gran premio della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia.
La cerimonia per la premiazione dei Leoni d'Oro alla carriera è prevista giovedì 8 settembre, in Sala Grande, al Lido di Venezia alle ore 14.
Pierluigi Capra